Il chiarimento tra le due forze si maggioranza sia rapido e univoche siano anche le risposte che si intendono dare al Paese. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assiste a un’altra giornata di incertezza che non fa di certo bene ai mercati e a uno spread che sembra attendere il cadavere dell’Italia sulla riva del fiume. Il Quirinale ha ben presente le priorità del Paese, la legge di bilancio di ottobre su cui Bruxelles farà prevalere la linea dura, senza contare che il governo si trova ingabbiato in un immobilismo dettato da continui litigi.
Al Colle non può che esserci preoccupazione per una situazione che deve avere una fine, ma che sia in tempi rapidi, con un atto di responsabilità di cui si devono fare carico entrambi i partiti che compongono la maggioranza. Ecco allora che Mattarella ascolta con attenzione il discorso del premier Giuseppe Conte, discorso scritto dopo essersi confrontato con il presidente della Repubblica e di cui ha reso noto personalmente i contenuti.
In molti dei passaggi che il capo di palazzo Chigi ha scandito infatti è facile ritrovarci una sintonia con l’inquilino del Colle, una vicinanza fattiva dimostrata anche dopo gli incontri informali delle ultime settimane e nei dialoghi a due catturati durante il ricevimento per il 2 giugno al Quirinale. Conte si è infatti ispirato a quella figura istituzionale e di garanzia, che Mattarella rappresenta per il Paese: non è un caso che nel suo intervento siano stati richiamati più volte articoli della Costituzione, con quel “il mio giuramento alla Repubblica sarà sempre il faro della mia azione di governo”, che sancisce una linea lontana dalle beghe politiche .
Se questo basterà per sciogliere i nodi, lo decideranno solo i due vicepremier. Salvini continua imperterrito nella sua campagna elettorale, mentre Di Maio attende un vertice chiarificatore che forse non arriverà mai. In conto, al Quirinale, è stato infatti messa anche l’eventualità che il confronto non ci sia mai e che l’ultimatum di Conte non sortisca alcun effetto. A questo punto lo stesso presidente del Consiglio potrebbe salire al Quirinale e certificare l’apertura della crisi.