In un campionato che è stato dominato dall’inizio alla fine non c’è niente di meglio che una festa anticipata: anche se è una festa lontano da casa in quella che i brasiliani chiamano ‘boa terra’, la costa di Salvador nello Stato di Bahia.
Il Cruzeiro questa notte gioca la quint’ultima partita del Brasileirao al Barradao, campo del Vitoria, e si appresta a festeggiare “El Tri”, il terzo titolo confederale: non male per una squadra costruita con pochi innesti importanti, con moltissimi prodotti del vivaio e con un giocatore simbolo come Everton Ribeiro, già richiestissimo dal mercato, che di fatto è stato acquistato per scommessa.
Everton, 24 anni, giocatore che in precedenza non si era mai imposto a grandi livelli e che di fatto era stato escluso da un progetto di rilancio del Corinthians, nell’Azulao (il ‘grande azzurro’, uno dei tanti appellativi con i quali i tifosi chiamano la squadra di Belo Horizonte), è diventato uno degli elementi trainanti. Scartato dal Corinthians e acquistato a poco prezzo a gennaio dal Coritiba perché il suo allenatore, Marcelo Oliveira, lo aveva già avuto e lo rivoleva a tutti i costi, Everton ha siglato il gol della vittoria con il Santos che ha definitivamente scatenato l’entusiasmo dei tifosi.
Che da una parte preferirebbero quasi che il Cruzeiro perdesse a Bahia per festeggiare il titolo in casa. Sforzo che potrebbe per altro rivelarsi inutile, perché il Cruzeiro ha tredici punti di vantaggio: e se l’Atletico Paranaense dovesse perdere a Rio con il Botafogo, che lotta un posto in Copa Libertadores, il Cruzeiro sarebbe campione comunque.
E dire che il Cruzeiro era partito con poche ambizioni, soprattutto dopo la cessione a peso d’oro di Diego Souza al Metalist Kharkiv. Ora Everton, il giocatore preso per scommessa e quasi senza prospettive, rischia di essere il giocatore più conteso dal mercato: trequartista vezzoso, raffinato ed eclettico. O matto come un cavallo se preferite. Al punto da inventarsi tunnel e sombreri anche quando basta un passaggio laterale. Ma ai tifosi brasiliani, e a quelli della Raposa (altro appellativo del Cruzeiro), va benissimo così.
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