L’impeachment a carico di Donald Trump passa al Senato degli Stati Uniti. La Camera, guidata dalla democratica Nancy Pelosi, ha votato a favore dell’invio dei due capi d’accusa al presidente – i cosiddetti articoli – al Senato, dove si celebrerà il processo vero e proprio. “Siamo qui per passare una soglia molto importante nella storia dell’America”, ha dichiarato Pelosi prima del voto. “Il presidente ha violato il suo giuramento, minando la nostra sicurezza nazionale, mettendo a rischio l’integrità delle nostre elezioni”, ha aggiunto. Per Trump le accuse sono di abuso di potere e ostruzione del Congresso, nell’ambito del cosiddetto Ucrainagate: avrebbe fatto pressioni su Kiev per indagare sul rivale democratico Joe Biden, usando come leva il congelamento di aiuti militari. “Una bufala”, è tornato a definirla il tycoon.
Con 228 voti a favore e 193 contrari, una votazione che ha rispettato le linee di partito, la Camera a maggioranza Dem ha non solo passato la palla al Senato, ma anche approvato i nomi dei membri del Congresso che rappresenteranno l’accusa. Ad annunciarli qualche ora prima era stata la stessa Pelosi. Si tratta di sette democratici tra i quali figurano due presidenti di commissione: il presidente della commissione intelligence della Camera Adam Schiff, che ha coordinato le indagini per la messa in stato d’accusa di Trump, e quello della commissione Giustizia, Jerry Nadler. A difendere il magnate repubblicano, invece, saranno gli avvocati della Casa Bianca Pat Cipollone e Jay Sekulow.
Ci si aspetta che Trump in Senato, a salda maggioranza repubblicana, verrà assolto dalle accuse e non verrà dunque destituito, ma il processo occuperà il centro dell’attenzione nel mezzo della campagna per le elezioni presidenziali di quest’anno. E intanto i Dem alla Camera hanno presentato nuovi documenti che potrebbero aggravare la posizione del presidente. Spiegano di averli ottenuti da una persona vicina a Rudy Giuliani, l’avvocato personale di Trump, cioè Lev Parnas. Fra le carte c’è una nota scritta a mano da Parnas in cui si fa riferimento esplicito al fatto di chiedere al presidente ucraino di indagare “sul caso Biden”. Ma soprattutto emerge che Parnas discuteva con Giuliani e un altro legale della rimozione dell’ambasciatrice Usa in Ucraina, Marie Yovanovitch, che effettivamente avvenne su ordine di Trump ed è stata al centro dell’indagine dei Dem: i nuovi documenti, riassume il Washington Post, suggeriscono che la rimozione potrebbe essere avvenuta per compiacere l’Ucraina in cambio di informazioni sui Biden. A questo punto tutti gli occhi sono puntati su martedì: è per allora che, secondo il leader repubblicano in Senato Mitch McConnell, è previsto l’inizio del processo a Trump.