Turisti italiani no grazie. Anzi sì, ma solo dopo quarantena. Dopo le polemiche seguite al blocco dei confini per l’emergenza coronavirus, la rettifica della Grecia sui voli in arrivo dall’Italia da metà giugno ha tutta l’aria di una ennesima chiusura: chi proviene dalle Regioni più colpite da Covid-19 sarà sottoposto a test e un periodo di osservazione.
Secca la risposta di Luca Zaia che considera “allucinante, pensare che la culla della cultura dell’antichità si sia ridotta a fare gli editti per escludere il Veneto”. “Noi siamo a disposizione per collaborare in modo costruttivo e mostrare le carte, ma non siamo appestati – tuona -. E’ chiaro che così non ci vedranno più!”.
Le nuove regole sono scritte sul sito dell’ambasciata greca in Italia: dal 15 al 30 giugno i voli internazionali sono ammessi negli scali di Atene e Salonicco, ma se l’aereo è partito da una delle città presenti nell’elenco delle aree colpite stilato dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), in cui rientrano gli aeroporti di Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, i passeggeri vengono sottoposti al tampone. È richiesto il soggiorno di una notte in un albergo designato, poi, se il test è negativo, il passeggero si mette in auto quarantena per 7 giorni. Se il test è positivo, il turista viene messo in quarantena sotto controllo per 14 giorni.
Non condivide la scelta della Grecia il ministro della Salute Roberto Speranza, anzi la bolla come “punitiva” rispetto a una situazione italiana “superiore rispetto alla media dei paesi europei”.
Il tema non riguarda però solo la Grecia, tanto da far dire al leader della Lega Matteo Salvini: “Più di venti Stati europei non vogliono turisti italiani (o impongono controlli e paletti) mentre alcuni giornali del Nord Europa addirittura ci insultano? Nessun problema. Abbiamo la fortuna e l’orgoglio di vivere nel Paese più bello del mondo”.
Dal canto suo, la Farnesina lavora per chiarire in tempi rapidi i vari fronti, mentre il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio si prepara a una serie di incontri con i ministri dei Paesi ‘chiusi’: domani avrà un colloquio telefonico con l’omologo greco Nikos Dendias, mentre il 9 giugno, è confermata la visita ad Atene, dopo aver fatto tappa nei giorni precedenti in Germania e in Slovenia, sempre per affrontare il tema dei flussi turistici. Novità potrebbero arrivare dalla riunione del Consiglio Affari Interni dell’Ue, in programma il 5, mentre Bruxelles, fermo restando che i divieti non si applicano mai alla nazionalità ma ai Paesi di provenienza, spinge per una linea comune che sia comunque ispirata a criteri epidemiologici.