L’Inghilterra arriva ai Mondiali di Brasile 2014, con la speranza di tornare fra le prime quattro al mondo, anche se il timore di restare vittima illustre di un girone oggettivamente pericoloso è alto: Italia e Uruguay fanno tanta paura. Roy Hodgson, vecchia conoscenza della nostra Serie A, ha ereditato nel 2012 una squadra che non ha fatto con Fabio Capello il salto di qualità che la Football Association si attendeva.
Come l’Italia contro il Lussemburgo, anche l’Inghilterra ha pareggiato contro l’Ecuador nel test pre Mondiale giocato a Miami. Al Sun Life Stadium, a 10 giorni dal debutto contro gli azzurri nel girone D della rassegna iridata in Brasile, la nazionale di Hodgson fa 2-2 contro ragazzi di Rueda.
Nella lista dei 23 il ct ha lasciato ampio spazio alla spinta emergente dell’ultima Premier League. Emblematica la scelta che più ha fatto discutere fra quelle del taglio finale: come terzino sinistro fuori Ashley Cole, 33 anni, colonna del Chelsea e della nazionale con 107 presenze dal 2001, dentro Luke Shaw, talento emergente del Southampton, classe ’95 e appena un cap alle spalle. Le altre novità sono Adam Lallana (sempre del Southampton), Ross Barkley dell’Everton e Raheem Sterling del Liverpool: giovani centrocampisti offensivi, prototipi di un nuovo modello di calciatore che poco ha a che fare con la tradizione muscolare e rigida dell’Inghilterra. Si aggiungono ai vari Wilshere, Oxlade-Chamberlain, Sturridge e Wellbeck che nonostante la giovane età sono ormai abituati a vestire la maglia della nazionale.
Nonostante questa ventata di freschezza, però, le chance degli inglesi dipendono anche e soprattutto dal recupero dei grandi “vecchi” come Lampard, Steven Gerrard e Wayne Rooney. A proposito di quest’ultimo: Hodgson vuole farlo giocare come ala sinistra, ma al giocatore la posizione non piace e l’opinione pubblica teme il fallimento.
La Football Association punta sulla tecnologia per studiare scientificamente le prestazioni di squadre e giocatori, e fornire allo staff tecnico indicazioni su come schierare la squadra e dove colpire gli avversari.
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