Altra delusione nerazzurra, ennesima notte di rimpianti. L’Inter va sotto dopo un primo tempo incolore subendo una rete lampo di Lozovic al 2′, la ribalta nel secondo tempo in sei minuti con Candreva al 49′ e un autogol di Di Marco al 55′, sembra gestirla con facilità ma a cinque dal termine subisce il pareggio con Veloso all’88’ che vanifica il doppio obiettivo della vigilia, quello di operare il controsorpasso sull’Atalanta e piazzarsi a -1 dalla Lazio. Ancora una volta è una squadra che va ad intermittenza, che che si butta via, che si concede la solita pericolosa dose di rischio e sofferenza finendo poi per pagare a caro prezzo questi black-out restando ancorata così al quarto posto. Il Verona si conferma squadra difficile da superare, ben organizzata, grande con le grandi (battuta la Juventus) e che tiene ancora a galla le sue ambizioni per un posto in Europa League.
Conte si presenta al Bentegodi cambiando dai trequarti in avanti con Sanchez e Borja Valero preferiti a Lautaro e al danese Eriksen a fianco di Lukaku. In mediana invece, out Barella, coppia Brozovic-Gagliardini con Candreva e Young mentre in difesa al rientro dal primo minuto Godin e Skriniar. In casa gialloblù solito modulo con Stiepinski al centro dell’attacco con Pessina e Lazovic a supporto mentre a centrocampo c’è il rientro di Amrabat in coppia con Veloso.
Neppure 120 secondi e l’Inter si trova subito sotto, causa un intervento poco deciso di Skriniar che non contende la palla a Lazovic per evitare il penalty e facilita la conclusione dell’attaccante: botta potente sul primo palo e nulla da fare per Handanovic. Conte invita alla calma, vede un’Inter poco lucida e attenta ed in sofferenza per la buona disposizione tattica del Verona di Juric che ha cambiato modo di attaccare con Lazovic più esterno. Al 18′ i nerazzurri vacillano ancora: finta e conclusione dalla trequarti di Veloso che colpisce il palo alla sinistra di Handanovic. Il montante trema e lo fa anche l’Inter che subisce cinque minuti tutti di sola marca scaligera chiudendosi nella propria metà campo. Il primo squillo nerazzurro arriva alla mezz’ora su calcio da fermo con una punizione di Sanchez che supera la barriera e inquadra la porta obbligando Silvestri a salvarsi in angolo, poi ci prova Brozovic dal limite dell’area senza essere troppo pericoloso. Sono comunque segni di risveglio, frutto anche di buone ripartenze e di una ritrovata continuità nella manovra ma il Verona resta comunque attento, non si scompone, con ordine fa emergere la qualità nel gioco e nella passaggio di sponda disinnescando gli affondi dell’Inter.
Conte ha bisogno di altre armi e maggiore determinazione per fare male e impiensierire padroni di casa ben organizzati e nella ripresa, dopo un black-out difensivo nei primi secondi che obbliga Handanovic a rilanciare di piede, l’Inter trova il pareggio grazie ad una giocata di potenza di Lukaku che regge il contrasto in area, si gira colpisce il palo e sulla ribattuta Candreva la mette in porta. La rete dà la scossa, l’impatto mentale raddoppia intraprendenza e voglia e dopo sei minuti ribalta il match con un azione in velocità: Gagliardini allarga per Candreva che controlla e cerca il cross al centro, Di Marco ci mette la gamba e mette fuori causa Silvestri per il classico degli autogol. E’ ora un’altra Inter mentre il Verona paga un primo tempo dispendioso mostrandosi meno incisivo e continuo. Conte fa rifiatare Brozovic per Vecino e cambia Lukaku (tra i migliori per cuore e dinamismo) per Lautaro. Al’81 proprio l’argentino ha la possibilità di chiudere la partita con un contropiede rapidissimo ma si fa respingere da Silvestri. L’Inter sembra gestirla ma a quattr minuti dal termine Veloso, rimorchio di Rrahmani, con una precisa conclusione mancina batte Handanovic. Altra notte di rimpianti per l’Inter.