(LaPresse) “Sono venuti alle 2 di notte, hanno preso me e la mia famiglia e ci hanno diviso in due stanze. Hanno preso mio marito e lo hanno massacrato di botte poi sono venuti da me e mi hanno costretto a mettergli una corda al collo per impiccarlo. Tutto questo davanti mio figlio”. E’ il racconto di Sahar Nourafrooz Hero’s, rifugiata politica iraniana dal 2011 in Italia. E’ stata costretta a fuggire perché lei e suo marito sostenevano le proteste contro il regime khomeinista. “E’ un regime violento – urla disperata – bisogna fermarli”. Sahar ha partecipato giovedì alla manifestazione di protesta davanti all’ambasciata iraniana a Roma, promossa dalla comunità iraniana in esilio.
