Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attentato della notte di Capodanno a Istanbul, in Turchia. Nell’attacco sono morte 39 persone, mentre una settantina è rimasta ferita. L’assalitore è in fuga e nel Paese è in corso una caccia all’uomo per catturarlo. “Continuando le benedette operazioni che lo Stato islamico sta conducendo contro il protettore della croce, la Turchia, un eroico soldato del califfato ha colpito una delle più famose discoteche in cui i cristiani celebrano la loro festività apostata”, afferma la dichiarazione con cui lo Stato islamico ha rivendicato. Il documento precisa: “Che il governo apostata della Turchia sappia che il sangue dei musulmani che viene sparso dai bombardamenti dei suoi aerei si trasformerà in fiamme nella sua casa”.
ORIGINARIO ASIA CENTRALE. Le autorità turche ritengono che l’attentatore possa essere originario dell’Asia centrale, forse di Kirgyzystan o Uzbekistan, oltre che legato allo Stato islamico. Lo ha riferito il quotidiano Hurriyet, senza citare le fonti dell’informazione. Gli investigatori riterrebbero poi che l’uomo, tuttora in fuga, sia legato alla stessa cellula terorristica che a giugno ha attaccato l’aereoporto Ataturk di Istanbul, uccidendo 47 persone. Inoltre, lo stesso quotidiano afferma in un altro articolo che Ankara il 30 dicembre abbia ricevuto informazioni dagli Stati Uniti, che avvertivano del rischio di un attacco da parte dello Stato islamico durante la notte di Capodanno a Istanbul o Ankara. Tuttavia, le informazioni non avrebbero specificato il presunto luogo dell’attentato.