Vincitore delle elezioni politiche in Spagna, il socialista Pedro Sanchez non è riuscito a raggiungere la maggioranza necessaria per governare. Sono quindi almeno tre gli scenari che il premier uscente ha di fronte per restare al potere.
Governo di minoranza – Sanchez può continuare a governare in minoranza con 123 seggi, più degli 85 che aveva sinora, negoziando caso per caso in Parlamento. “Tenteremo”, ha detto il giorno dopo il voto la numero due del governo, la vice premier socialista Carmen Calvo, annunciando così l’intenzione del Psoe di provare a governare da solo.
Alleanza con Podemos – Sanchez può aprire il suo governo alla sinistra radicale di Podemos (42 seggi), che non aspetta altro. In questo modo arriverebbe a 11 seggi dalla maggioranza assoluta di 176 deputati. L’appoggio dei piccoli partiti regionali, tra cui i nazionalisti baschi del Pnv (6 seggi) gli permetterebbe poi di arrivare a 175 deputati. In questo caso Sanchez potrebbe diventare capo del governo se una parte dei separatisti catalani in Parlamento si astenesse nel secondo voto. In questo modo, aggirerebbe anche il loro ‘ingombrante’ sostegno, dopo che la destra non ha smesso di accusarlo di esserne “ostaggio”. Per Sanchez gli indipendentisti, che hanno guadagnato terreno passando da 17 a 22 seggi, “non sono affidabili”: dopo averlo appoggiato al suo arrivo al potere a giugno con Podemos e Pnv, hanno fatto precipitare la situazione non appoggiando la legge di bilancio. L’alleanza con Podemos ed Esquerra Repubblicana de Catalunya (Erc), il più moderato dei due partiti catalani, gli darebbe una maggioranza di 180 seggi. Il leader di Erc, Oriol Junqueras, non ha fissato “linee rosse” a un sostegno a Sanchez. Gli indipendentisti continuano però a rivendicare un referendum sull’autodeterminazione, che Sanchez respinge. La maggioranza potrebbe crollare se i leader separatisti, fra cui Junqueras, al processo a Madrid per il loro ruolo nel tentativo di secessione del 2017, fossero pesantemente condannati.
Coalizione con Ciudadanos – La coalizione più semplice matematicamente sarebbe un’alleanza del Psoe con Ciudadanos, che porterebbe il totale dei seggi a 180. I due partiti avevano già tentato di allearsi senza successo nel 2016. Ma il partito liberale e indipendentista di Albert Rivera rifiuta un patto del genere. Forte del risultato ottenuto alle urne, dove è passato da 32 a 57 seggi, non nasconde l’ambizione di trasformare Ciudadanos nel primo partito di destra, dopo la disfatta del Partito popolare precipitato a 66 seggi. Sanchez, da parte sua, non ha escluso alcuna ipotesi, ma lo hanno fatto con chiarezza i militanti socialisti: è risuonato chiaramente lo slogan “Non con Rivera!”.