La Sampdoria tiene testa alla Dea per 75′ minuti prima di soccombere per 2-0 davanti alla qualità offensiva dell’Atalanta che firma la nona vittoria consecutiva e scavalca momentaneamente l’Inter al terzo posto in classifica, a due punti dalla Lazio. Dopo un primo tempo complicato, senza grandi emozioni e gestito al meglio dal punto di vista tattico dalla squadra di Ranieri capace di chiudere ogni spazio agli orobici, nella ripresa la formazione di Gasperini, con pazienza e lucidità, è riuscita a scardinare la rete blucerchiata trovando con Toloi, di testa su corner, la rete che sblocca un match difficile e complicato che la Sampdoria fino a quel momento aveva controllato senza particolari affanni. A chiudere il match ci pensa all’84’ Muriel (17/mo centro per il colombiano) con un sinistro di interno collo all’angolino.
L’Atalanta è apparsa meno aggressiva e lucida rispetto alle ultime uscite, merito di un Samp attenta, per nulla intimorita, che non si è fatta chiudere da uno squadrone come l’Atalanta mettendo più volte in difficoltà, in contropiede, gli orobici. Ranieri si è confermato tecnico ostico per gli orobici (negli ultimi 14 match non aveva mai perso) ma stavolta davanti alla potenza di fuoco della dea alla fine ha dovuto cedere il passo.
Gasperini continua con il turn over confermando dalla trasferta di Cagliari soltanto Caldara, Hateboer e Pasalic mentre in attacco tornano Gomez e Ilicic alle spalle di Zapata. Nella Sampdoria Ranieri conferma gli otto undicesimi della squadra vittoriosa contro la Spal con Gabbiadini unica punta e Depaoli e Jankto sulle fasce.
L’Atalanta dopo 10 minuti alza il baricentro, guadagna metri con Gosens che manca un prezioso aggancio in area e sembra lo squillo che prelude ad una lunga cavalcata fatta di azioni manovrate. Ma con il passare dei minuti la Sampdoria trova le misure, non si disunisce, dà l’impressione di essere più pericolosa e si crea delle situazioni con palla da fermo velenose. La prima mezz’ora scorre via tra gli sbadigli, senza ritmo, con pochi lampi e tanto possesso. La Sampdoria mostra infatti di stare bene fisicamente e la Dea fatica a trovare spazio e a prendere alti gli avversari. I blucerchiati sono sempre pericolosi quando partono in contropiede e mettono più volte in affanno i bergamaschi, sempre imbrigliati dalla buona organizzazione difensiva degli ospiti, attenti, propositivi e mai in vera difficoltà. La prima vera occasione arriva al 37′ ed è di maca orobica: su lancio millimetrico di Pasalic palla profonda per Zapata che vola verso la porta ma Audero gli chiude lo specchio. L’Atalanta ci prova allora con dei lanci lunghi per scavalcare la linea dei liguri ma senza effetti concreti. Papu è il più mobile e propositivo (due giocate splendide) ma a questa Atalanta, impigliata nella rete blucerchiata, serve qualcosa in più.
Nella ripresa la squadra di Gasperini non riesce a cambiare ritmo e allora il tecnico prova con una formazione più offensiva inserendo al 52′ de Roon al posto di Djmsiti. Agli orobici, che lamentano un calo di brillantezza, serve più aggressività e incisività. L’Atalanta, imbrigliata, cerca più qualità sulle corsie esterne ma anche in quella parte di campo non riesce a farsi pericolosa. Ranieri ha preparato il match al meglio disinnescando soprattutto i tagli centrali. La sfida è fisica e su questo piano i blucerchiati (ottima la prova della coppia dei centrali) riescono a sopperire alla differenza tecnica. Il Papu si sta esaltando con giocate dietro la difesa e si propone con alcuni lanci millimetrici ma ancora nessun risultato. Il Gasp allora alza ancora il baricentro e butta dentro Muriel e Malinovskiy per Ilicic e Pasalic. E dopo una manciata di minuti gli orobici la sbloccano con Toloi di testa su corner di Malinovskiy. Dieci minuti dopo la chiude Muriel all’85’ lanciando l’Atlanta verso approdi da sogno. Il secondo posto è ora a due sole lunghezze e può anche sognare di andare anche oltre. La Juventus è avvertita.