Scontri, violenze e devastazioni. L’America brucia mentre il governo federale i governatori e la polizia sembrano travolti dai disordini seguiti alla morte dell’afroamericano George Floyd lo scorso 25 maggio. In oltre 40 stati è stato imposto il coprifuoco, quasi ovunque violato, in almeno 25 stati è intervenuta la Guardia Nazionale a supporto delle forze dell’ordine mentre violenze di manifestanti e abusi della polizia sono segnalati a macchia di leopardo in tutto il Paese: a Minneappolis, dove tutto è iniziato, a New York, Washington, Philadelphia, Atlanta, Los Angeles, Pittsbourgh, Indianapolis, Detroit per segnalare solo le città principali. Nelle ultime 24 ore un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalla polizia a Louisville, in Kentucky, mentre altre due persone sono morte e altre due, tra cui un agente di polizia, sono rimaste ferite durante una sparatoria avvenuta a Davenport, in Iowa.
I media nazionali fanno sapere come gli arresti effettuati sono oltre 4 mila, tra cui il più clamoroso è quello di Chiara De Blasio, figlia 25 enne del sindaco di New York. Oltre 50 agenti dei servizi segreti americani sarebbero invece rimasti feriti negli scontri. Polemiche e inchieste aperte su possibili infiltrazioni di movimenti dei suprematisti bianchi da una parte e dall’altra delle barricate, organizzati per alimentare i riots.
Il dipartimento di polizia di Minneapolis fa sapere che l’ex agente Derek Chauvin, accusato di omicidio colposo per la morte di Floyd, era stato denunciato in passato almeno 18 volte per abusi e violenze e aveva a suo carico diversi procedimenti. Chauvin comparirà in Tribunale il prossimo 8 giugno.
Il Presidente Donald Trump dovrebbe avere nelle prossime ore una serie di appuntamenti e incontri con i leader della comunità afroamericana e pubblici ufficiali di colore. L’obiettivo è quello di chiedere aiuto e supporto nell’elaborare le giuste formule per riportare il Paese alla calma e gettare acqua sul fuoco che infiamma le strade americane.