La quota vincente
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Legge elettorale, cosa prevede il Rosatellum bis

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Il Rosatellum bis prevede un sistema elettorale misto, in cui la distribuzione dei seggi è per il 36% maggioritaria e per il 64% proporzionale. In particolare, 231 seggi alla Camera e 109 seggi al Senato vengono assegnati attraverso collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui vince il candidato più votato. L’assegnazione dei restanti seggi, invece, avviene con metodo proporzionale, nell’ambito di collegi plurinominali. In questo caso sono previsti dei listini molto corti, con un minimo di due e un massimo di quattro candidati.

UN’UNICA SCHEDA, NO AL VOTO DISGIUNTO Il voto è unico e non è prevista la possibilità del voto disgiunto. Sulla nuova scheda elettorale ci saranno il nome del candidato nel collegio uninominale ed il contrassegno della lista o delle liste collegate, corredate dai nomi dei candidati nel collegio plurinominale. L’elettore vota il contrassegno della lista prescelta ed il voto è attribuito anche al candidato.

TAGLIANDO ED ISTRUZIONI E’ stato previsto anche un ‘tagliando antifrode’ per le schede elettorali, che saranno fornite di tagliando rimovibile con un numero progressivo, che sarà annotato prima che l’elettore entrerà nella cabina per votare. In questo modo si potrà evitare lo scambio con frode di schede prestampate. Sulla scheda elettorale ci saranno anche istruzioni per informare gli elettori su come verrà distribuito il loro voto.

CHI VIENE ELETTO Nei collegi uninominali il seggio è assegnato al candidato che consegue il maggior numero dei voti. Per i seggi da assegnare alle liste nei collegi plurinominali, il riparto avviene a livello nazionale, con metodo proporzionale, tra le coalizioni di liste e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. Il deputato eletto in più collegi plurinominali è proclamato nel collegio nel quale la lista cui appartiene ha ottenuto la minore percentuale di voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio. Il deputato eletto in un collegio uninominale e in uno o più collegi plurinominali si intende eletto nel collegio uninominale.

SBARRAMENTO AL 3% PER LE LISTE E AL 10% PER LE COALIZIONI I partiti possono presentarsi da soli o in coalizione. La coalizione è unica a livello nazionale. I partiti in coalizione presentano candidati unitari nei collegi uninominali. Lo sbarramento è al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni. Per le coalizioni non vengono comunque computati i voti dei partiti che non hanno superato la soglia dell’1 per cento.

PLURICANDIDATURE E SOGLIE DI GENERE Nei collegi plurinominali sono possibili un massimo di cinque pluricandidature (non più tre, come era originariamente previsto nel testo base).

SOGLIE DI GENERE 60-40 Il Rosatellum bis prevede specifiche disposizioni per garantire la rappresentanza di genere. “Nei collegi uninominali – si legge nel testo – nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60%”. Nei collegi plurinominali, inoltre, “nessuno dei due generi può essere rappresentato nella posizione di capolista in misura superiore al 60%”. Questa disposizione è stata riformulata, durante la discussione in commissione, chiedendo che la quota massima 60-40 venga rispettata a livello regionale, e non più nazionale, anche nei collegi plurinominali, quindi nei listini corti del proporzionale.

DELEGA AL GOVERNO PER DISEGNARE I COLLEGI Il testo reca una delega al Governo, da esercitare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, per la determinazione dei collegi uninominali e dei collegi plurinominali della Camera e del Senato, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.

LA RACCOLTA DELLE FIRME Previste poi due norme sulla raccolta firme. La prima, già etichettata ‘Salva Mdp’, prevede che i partiti che si sono formati prima del 15 aprile 2017 siano esentati dalla raccolta delle firme (il testo base fissava la data al primo gennaio), esonerando così Articolo 1. Un’altra modifica, che può aiutare la formazione Direzione Italia di Raffaele Fitto, dimezza il numero delle firme, solo per le prossime elezioni, per partiti di nuova formazione o che non hanno un gruppo in parlamento. Sempre e solo per questa tornata, gli avvocati cassazionisti potranno autenticare le firme per le liste elettorali.

BERLUSCONI PUO’ TORNARE PREMIER? Silvio Berlusconi, che secondo la legge Severino non può più candidarsi né ricoprire cariche governative, può essere comunque il capo politico di una forza che concorre alle prossime elezioni? La domanda è stata posta durante il dibattito in commissione. La risposta – con il testo approvato oggi – è affermativa. I 5 Stelle hanno provato ad introdurre un’apposita norma, subito bollata come ‘anti-Cav’, ma senza successo. Di conseguenza, Berlusconi potrà guidare Forza Italia, non avrà modo di essere eletto né di avere cariche di governo, ma potrà comunque dare le carte. Forza Italia ha ribadito che, con una prossima decisione della Corte europea dei diritti umani, Berlusconi potrebbe tornare legittamente in scena, a tutto campo.

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