Legittima difesa, il dibattito politico si accende. A prendere la parola, durante il question time alla Camera, è il ministro della Giustizia che “intende assumere per evitare che l’attività normativa in materia si traduca nella libera ed indiscriminata diffusione delle armi nel nostro Paese. Lasciando alla polemica giornalistica ogni sterile e infondata illazione sulle presunte relazioni tra l’intento riformatore e gli interessi economici delle aziende produttrici di armi, ho già avuto modo di ricordare che il tema della legittima difesa riguarda la giustizia e non la sicurezza e l’ordine pubblico”, ha detto Alfonso Bonafede. Immediata la precisazione di Matteo Salvini: “Sono in piena sintonia con il ministro Bonafede. Nessuna liberalizzazione delle armi. Il mio ultimo obiettivo – ha detto in conferenza stampa alla Camera – è il modello americano, non mi interessa di vendere le armi in tabaccheria. Il modello che preferisco è quello svizzero”.
Nel dibattito si è inserito anche il premier Giuseppe Conte: “Questo governo non vuole incentivare la giustizia privata o l’uso delle armi. Questo governo però è consapevole che sul piano della disciplina della legittima difesa, non tanto sul piano normativo quanto su quello applicativo giurisprudenziale, si sono create delle incertezze che non giovano ai cittadini che hanno bisogno di sicurezza. Anche perché molto spesso è capitato di persone che hanno vissuto un calvario, tre gradi di giudizio per ottenere un’assoluzione. Sono vite che sono state mortificate. Occorre intervenire sulla regolamentazione senza stravolgere nulla”, ha spiegato durante le celebrazioni per il ventennale della polizia postale.







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