L’emergenza coronavirus sembra mettere tutti d’accordo almeno su un punto: serve un piano di rilancio degli investimenti. Certo, con i dovuti distinguo, ma ogni forza politica sta convergendo nella stessa direzione, quella di sbloccare risorse per infrastrutture, che pomperebbero nell’economia italiana liquidità utile a creare lavoro, dunque alimentare i consumi e tenere in piedi la filiera del commercio al dettaglio. Una panacea per i danni che stanno provocando le ricadute dell’epidemia sul sistema produttivo del nostro Paese.
Dal governo è arrivata una prima boccata d’ossigeno con i 7,5 miliardi stanziati in Consiglio dei ministri, mentre la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Elena Bonetti, spiega che tra le ipotesi in campo c’è la riattivazione dei voucher per le babysitter, stralciati dalla manovra, ma che tornerebbe molto utile ora, dopo la decisione di chiudere le scuole su tutto il territorio nazionale e non solo nelle zone rosse. “Vanno messe risorse economiche per aiutare le famiglie nella cura dei figli”, spiega l’esponente di Italia viva, che lavora anche a misure come “l’utilizzo straordinario dello smartworking, e dove non fosse possibile che uno dei due genitori possa restare a casa con congedi straordinari”.
Anche dai partiti arrivano proposte per affrontare la crisi dal punto di vista economico. Il Movimento 5 Stelle, forza di maggioranza relativa, ha sottoposto al premier e agli alleati il proprio ‘Piano di rilancio cantieri e lavoro’, che toglierebbe dal cassetto 109 miliardi di euro, sbloccandoli dai vincoli della burocrazia. Progetto a cui andrà affiancata una seria discussione sulla riduzione delle tasse per imprese e lavoratori. A spiegare i dettagli un quartetto di vertice del gruppo pentastellato, con a capo il reggente Vito Crimi, alla sua destra Luigi Di Maio, poi la vice ministra dell’Economia, Laura Castelli, e Giancarlo Cancelleri. Il modello è la ricostruzione di Ponte Morandi a Genova: “Non possiamo perdere tempo prezioso a fare la lista della spesa sui cantieri o sui commissari, quindi l’idea è di individuare i contratti di programma delle due aziende di Stato, Anas e Rfi, con i loro ad che diventano automaticamente i commissari”, spiega il vice ministro al Mit, sottolineando che si tratta di interventi su infrastrutture ferroviarie e stradali.
C’è, però, da superare l’ostacolo europeo. “L’Ue non deve lasciare indietro nessun Paese, l’Italia ha bisogno di poter superare ogni possibile vincolo che ne limita la rinascita dopo questo periodo”, ammonisce Crimi, che annuncia di voler destinare le restituzioni mensili dei portavoce pentastellati alla Protezione civile per l’acquisto dei macchinari di terapia intensiva negli ospedali. Sempre restando nel perimetro della maggioranza, Italia viva ribadisce con la capogruppo alla Camera, Maria Elena Boschi, la necessità di approvare un ‘piano shock’ da 120 miliardi, indicando priorità quella di “sospendere subito il pagamento dei mutui e dei prestiti a famiglie e imprese in tutta Italia, sino alla fine dell’anno”. Anche dalle opposizioni, però, arrivano idee e proposte. Matteo Salvini è pronto a portare quelle della Lega, ma chiede uno sforzo di 50 miliardi per famiglie e imprese. Cifre record per una situazione mai vissuta prima dall’Italia.