Diciamo che se il Manchester City aveva una motivazione straordinaria per questo recupero del match contro l’ormai quasi salvo Aston Villa, ora questo stimolo è stato moltiplicato all’ennesima potenza dopo l’incredibile suicidio del Liverpool che in vantaggio per 3-0 è riuscito a farsi rimontare sul 3-3 da un Crystal Palace senza alcuna pretesa gettando letteralmente al vento le proprie speranze di titolo che già prima di questo harakiri erano poche.
Il campionato inglese quest’anno è stato splendido, divertentissimo: pieno di colpi di scena, di cambi al vertice e di grandi duelli anche a due-tre squadre. Il testa a testa finale tra Liverpool e Manchester City ha visto la squadra di Manuel Pellegrini confermare quel killer instinct che era necessario e che il Liverpool non ha avuto: i reds hanno vinto lo scontro diretto. Ma hanno finito per perdere i punti decisivi in partite senza significato. Il City, vincendo oggi contro gli Hammers andrebbe a quota 82 e non sarebbe comunque sicuro del titolo che ha bisogno di un’ulteriore conferma. Quella della vittoria di domenica prossima alle 16 contro l’ormai demotivato West Ham: a quel punto potrebbe bastare anche un pari, il City avrebbe comunque una differenza reti incolmabile.
Il Liverpool piange sulle proprie incredibili mancanze e su un’occasione sontuosa per riportare il titolo sul Merseyside dopo 24 anni: il City riesce in un’impresa non da poco. E anche se brucia ammetterlo, bisogna dire che Manuel Pellegrini (nella foto con la Capital One Cup) è riuscito dove Mancini ha fallito. Ha vinto al primo tentativo la Premiership. Impresa non da poco, pur con i miliardi degli arabi, pur con una squadra eccezionale e con la soddisfazione di avere praticamente cancellato dalla geografia europea gli acerrimi nemici dello United. Altro?
Champagne please!
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