Sono circa 4.550 gli emendamenti alla manovra depositati in commissione Bilancio al Senato. I gruppi parlamentari chiedono di modificare il testo, limando, aggiungendo rimuovendo delle norme. Lo stesso Governo punta a rimodulare Plastic Tax, Sugar Tax e tassazione delle auto aziendali, cioé quei balzelli che hanno fatto discutere nei giorni scorsi. Ecco le novità di maggior rilievo.
PLASTIC TAX. Un emendamento del Pd prevede di ridurre la Plastic Tax a 80 centesimi al chilo, 20 in meno rispetto alla cifra attuale di 1 euro al chilo. Il testo, inoltre, stabilisce che l’imposta non è dovuta per i prodotti e manufatti realizzati in plastica riciclata, che deve essere presente in percentuale minima: al 60% nel 2020, al 70% nel 2021 e all’80% nel 2022. Simile un emendamento pentastellato, che prevede l’ipotesi di non applicare la tassa se il materiale riciclato è al 25% o al 50%. Le entrate, in ogni caso, sarebbero ovviamente minori rispetto a quanto previsto sinora.
BIBITE ZUCCHERATE. Un altro emendamento del Nazareno abbassa la Sugar Tax. Il balzello funziona su due fronti: per i prodotti finiti, si dovrebbe pagare 10 euro per ettolitro (che scenderebbero a 8 euro); per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione, c’è da pagare 25 centesimi al chilogrammo (che diminuirebbero a 20 centesimi).
AUTO AZIENDALI. I dem propongono di rivedere l’attuale aliquota per il conteggio dell’imponibile innalzato dal possibile uso, anche nel tempo libero, di auto aziendali. Per i veicoli meno inquinanti, ibridi o elettrici, si scenderà dall’attuale 30% al 15%. Per le auto normali (ad eccezione di quelle di agenti e rappresentanti di commercio), l’aliquota è elevata al 40% in caso di emissioni di biossido di carbonio fino a 95 grammi per chilometro, al 60% in caso di emissioni fino a 160 grammi per km e al 100 % in caso di emissioni superiori.
DETASSARE ASSORBENTI E PRESERVATIVI. Il senatore pentastellato Gaspare Antonio Marinello propone di ridurre al 10% l’aliquota Iva per i profilattici maschili e femminili. Iva agevolata al 5% per i prodotti di igiene intima femminile è invece prevista in un altro emendamento pentastellato a prima firma Maiorino e Pirro. Un proposta di modifica simile era stato presentata al decreto fiscale, a prima firma Laura Boldrini.
ANCHE IL TRASLOCO NELLE DETRAZIONI. Conteggiare per le detrazioni nel caso di ristrutturazione edilizia anche le eventuali spese di trasloco. La proposta arriva, tramite un emendamento M5S, dal senatore Emanuele Dessì. La nota all’emendamento spiega che la ratio “è identica a quella che ha ispirato il legislatore per tutte le agevolazioni fiscali legate al patrimonio edilizio: la libertà di poter abitare in una casa totalmente rinnovata, confortevole ed a basso impatto ambientale, incentivando ed aiutando chi economicamente non riesce a sostenere le tantissime spese tra le quali anche quelle relative al trasloco”.
SU VENEZIA, IV VUOLE NORMA ‘NOTRE DAME’. Con oltre 200 proposte, Italia Viva propone una norma ‘Notre Dame’ defiscalizzare le libere donazioni a favore di Venezia. Sul capitolo donne, anche il gruppo di Matteo Renzi propone di tagliare la ‘Tampon tax’ sugli assorbenti, oltre che prorogare la legge ‘Golfo Mosca’ sulle quote rosa nei cda delle aziende quotate. Si spinge anche per il ripristino dei voucher lavoro, ed incentivi per il contrasto agli sprechi alimentari. Anche i senatori veneti del Pd propongono stanziamenti per 200 milioni per il capoluogo veneto, e la Lega arriva addirittura a prevedere uno stanziamento di un miliardo.
LA CHIESA PAGHI IMU ARRETRATI. Uno degli emendamenti alla manovra preparati dal M5S, firmato dal senatore pentastellato Elio Lannutti, impone alla Chiesa cattolica di pagare l’Imu sui suoi immobili adibiti a bar, ristoranti, alberghi e anche sugli ospedali. Si chiede anche di autocertificare i bilanci relativi tra il 2006 e il 2011. Sulla base dell’autocertificazione presentata dalle suddette associazioni o società i Comuni riscuotono l’IMU per gli anni che vanno dal 2006 al 2011. Gli immobili della Chiesa usati a fini commerciali devono versare l’Imu dall’anno di imposta 2012, secondo quanto deciso dal Governo Monti. Nel 2018, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) ha pagato di Imu 9,23 milioni di euro.