All’indomani del primo vero scossone per il governo giallorosso, causato dai distinguo sulla manovra messi nero su bianco dal M5S e da Italia Viva, dalla Leopolda non arrivano certo rassicurazioni per Giuseppe Conte. “C’è chi vive di pregiudizi e ultimatum, dai tavoli della Leopolda sono nate delle leggi. Questo è un luogo dove si fa politica e siamo orgogliosi di farlo e delle nostre idee”, mette in chiaro Matteo Renzi, che insiste con il suo no a Quota 100: “Venti miliardi di euro messi tutti insieme per 150 mila persone, in tre anni, sono una assurdità. E’ un’ingiustizia”. Maria Elena Boschi prova a rassicurare il premier: “Da qui non arriva nessun ultimatum, ma proposte concrete”. Quanto al presunto asse Renzi-Di Maio contro Conte, la capogruppo Iv alla Camera, a margine dei lavori dei consueti tavoli tematici protagonisti della kermesse renziana, assicura che “non c’è la volontà di mettere in difficoltà Conte, ma di aiutare i cittadini”. “Su alcune proposte ci troviamo d’accordo con Di Maio. Sicuramente Iv ma penso anche il M5S non vuole far cadere il governo”, aggiunge Boschi.
La manovra, però, insistono Renzi e i suoi, andrà cambiata. “Credo sia normale quando si lavora insieme in maggioranza condividere alcune proposte e chiedere di cambiare anche in parlamento – insiste l’ex ministra delle Riforme – Di Maio vuole semplificare il regime forfettario delle partite IVA e io sono d’accordo. Noi presenteremo emendamenti per eliminare la sugar tax e vogliamo modificare Quota 100. Nessun ultimatum al Governo ma proposte, che arrivano da questi tavoli. Saremo leali ma non silenti, faremo le nostre proposte senza proteste senza alzare toni, ma quello della Leopolda è un popolo che va ascoltato”.
Anche Ettore Rosato chiede al presidente del Consiglio di “ascoltare le voci della maggioranza” e non chiude alla possibilità che la manovra torni in Consiglio dei ministri, come chiesto da Di Maio. “Lo veda Conte, scelga la strada migliore. E’ importante come la legge di Bilancio esce dal parlamento, non come entra”, sottolinea.
E se soft sono i toni nei confronti del M5S, è contro gli ex compagni di squadra che si scagliano i renziani: “Il Pd sta diventando il partito delle tasse. Noi non siamo il partito delle tasse”, la stilettata che arriva da Boschi che definisce “normale” considerare i dem “avversari” alle prossime elezioni. Anche Rosato, condivide. “E’ un dato di fatto – dice il vicepresidente della Camera a margine dei lavori della Leopolda – Boschi ha descritto le cose che accadono. Noi pensiamo che la pressione fiscale debba diminuire, altri la pensano diversamente”. E se il ministro Francesco Boccia si limita a bollare le parole della capogruppo alla Camera di Italia Viva come una “scivolata infelice”, da Emanuele Fiano, un tempo vicinissimo a Renzi e Boschi, arriva una replica ben più dura: “Per Rosato e Boschi il Pd è il partito delle tasse. Non sembrava così quando l’altra mattina alle 5 Bellanova e Bonetti hanno approvato in CdM la Legge di Bilancio. Se dovete distruggere per esistere, il viaggio sul Titanic è appena cominciato”, scrive su Twitter.