La cancelliera tedesca Angela Merkel e lo sfidante della Spd Martin Schulz alle elezioni del 24 settembre si sono confrontati nel loro unico dibattito televisivo in vista del voto del 24 settembre. Novanta minuti di botta e risposta in diretta su quattro canali con domande da quattro giornalisti, dove i temi sono stati tanti (e tanti appena accennati, contro ogni pronostico), e dove tra i punti chiave ci sono stati l’accoglienza dei rifugiati, la Turchia, le tensioni legate alla Corea del Nord, il terrorismo.
Secondo i primi sondaggi, condotti mentre il dibattito era ancora in corso, per il 44% dei telespettatori Merkel è stata più convincente. Ha invece preferito l’ex presidente dell’Europarlamento il 32% degli spettatori. I sondaggi in vista del voto, prima del dibattito, hanno previsto Merkel in vantaggio di 14 punti sul rivale (38% contro 24%). Die Linke resterebbe la terza forza con il 9%, seguita da Partito democratico libero (Fdp), Verdi e ultradestra di Alternativa per la Germania (AfD), tutti all’8%.
TURCHIA. Se diventerò cancelliere, la metterò fine al negoziato per l’adesione della Turchia all’Unione europea, ha promesso Schulz. “I cittadini tedeschi non possono più viaggiare con sicurezza in Turchia”, ha aggiunto, facendo riferimento al fatto che negli ultimi mesi 12 cittadini tedeschi siano stati arrestati per motivazione politiche. “Chi sarà cancelliere dovrà dire alla Turchia per proteggere la Germania: tutte le linee rosse sono state superate”, ha detto per motivare la sua affermazione. Merkel ha poi aggiunto che era stato il partito socialdemocratico a essere favorevole ai negoziati, e che per lei “La Turchia non dovrebbe diventare un membro dell’Unione europea”, mentre si è detta favorevole a “congelare” i negoziati.
MIGRANTI. Come previsto, Schulz ha attaccato la sfidante sull’argomento dell’accoglienza ai migranti. “L’inclusione dei vicini europei avrebbe dovuto essere migliore”, ha detto nell’accusarla di non aver condiviso le scelte di apertura con gli altri membri dell’Ue, durante la crisi del 2015. La cancelliera ha risposto: “Era una situazione drammatica” e “ci sono momenti nella vita di un cancelliere in cui bisogna decidere”. La decisione di Merkel di aprire i confini a centinaia di migliaia di rifugiati, soprattutto in fuga dalle guerra, è poi stata un’arma politica contro di lei e ha avuto come boomerang il rafforzamento dei partiti estremisti, come l’Afd.
NORD COREA. Merkel ha detto, sulla tensione legata ai lanci di missili e test nucleari della Corea del Nord: “Farò tutto il possibile per convincere il presidente americano Donald Trump che bisogna raggiungere una situazione pacifica” attraverso una soluzione diplomatica. “Può esserci solo una soluzione pacifica”, ha aggiunto, dopo che oggi Pyongyang ha condotto un test nucleare, il sesto e più potente dal 2006, che ha detto essere stato di una bomba H. Merkel ha poi detto di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron in merito, e ha detto di volerne discutere anche con Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Anche Schulz si è detto a favore di una soluzione diplomatica, ma non ha potuto citare contatti con altrettanti grandi nomi della politica internazionale. Ha però descritto Trump come “un leader troppo imprevedibile”, dicendo che “abbiamo bisogno di riferimenti più stabili”.
TERRORISMO. Merkel ha affermato che “non bisogna abituarsi” al terrorismo, perché così si diventa suoi “ostaggi”, e ha chiesto di “imparare dagli errori” del passato per identificare “in tempo” i jihadisti. Ha poi anche detto che bisogna “difendere” il modo di vivere delle seocietà europee. Si è impegnata, come ha fatto anche Schulz, a non rifare gli “errori” commessi prima dell’attacco di dicembre ai mercatini di Berlino, dove un tunisino che doveva esser espulso aveva usato 17 identità diverse. Il socialdemocratico ha aggiunto di essere favorevole ad aumentare il numero di agenti di polizia e a migliorarne gli strumenti.