“Gli hanno sparato in testa come fosse un animale. Non era mica un criminale o un terrorista“. Sono le parole di un bracciante di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, dove è stata indetta una giornata di sciopero per l’uccisione di Soumaila Sacko, il 29enne del Mali morto durante una sparatoria raggiunto da un colpo di fucile mentre con altri due migranti cercava dei pezzi di lamiera in una fabbrica dismessa del Vibonese che sarebbero servite per migliorare la tenuta termica dei rifugi dove i braccianti sono costretti a dormire.
Da anni Sacko, ragazzo maliano, era attivista dell’Unione sindacale di base (Usb) ed era impegnato nelle lotte sindacali per i braccianti. Secondo i carabinieri di Tropea, che indagano sull’accaduto, la pista xenofoba è da escludere. Tra le ipotesi invece avanza quella della vendetta.
Per gli investigatori, però, è errato parlare di furto, perché non esiste nessun proprietario che possa rivendicare l’asportazione del materiale sottratto. Inoltre l’assassino, che non è ancora stato rintracciato, potrebbe essere un frequentatore della zona che già in passato avrebbe saccheggiato la fabbrica diroccata.
L’Unione sindacale di base si è mobilitata: “Chi migra per dare un futuro alle proprie vite e a quelle dei propri cari come il nostro compagno Soumaila Sacko porta però con se un bagaglio di speranze ed entusiasmo che si concretizza nella resistenza al dominio e allo sfruttamento; l’impegno dei lavoratori migranti nel sindacato Usb e la ferma volontà di cambiare le condizioni schiavistiche di lavoro li espone più di chiunque altro alla violenza padronale e alla repressione dello stato”, dichiara l’Usb in una nota. “Nelle giornate di mercoledì 6 e giovedì 7 prossimi anche Unione sindacale di base Logistica partecipa ed organizza presidi davanti alle Prefetture per rivendicare giustizia per Soumaila Sacko, per affermare il diritto a lottare contro il caporalato, il lavoro nero, per la legalità e la dignità”, annuncia il sindacato. E ancora. “Il giorno 11 giugno alle ore 15 si terrà a Piacenza un’assemblea nazionale contro la repressione, contro la criminalizzazione di chi rivendica diritti nel lavoro, il 16 parteciperemo alla manifestazione nazionale a Roma contro le diseguaglianze sociali, il 22 giugno verrà proclamato lo sciopero nel settore logistica e il giorno successivo 23 si terrà la manifestazione nazionale a Piacenza contro la repressione. Hanno ucciso uno di noi, ma non avranno ragione della volontà di cambiare, di liberare il lavoro dalla precarietà e dal caporalato perché noi non vogliamo essere Schiavi”, prosegue l’Usb.