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Migranti, ira del governo sull’Albania. Salvini: “Reagiremo a un’altra sentenza politica”

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Nuova decisione del tribunale di Roma di non convalidare i trattenimenti dei migranti in Albania. E nuova polemica politica. Il governo va infatti all’attacco della decisione dei giudici di sospendere il provvedimento e di rimettere il caso alla Corte di giustizia europea, che di fatto apre la strada al rimpatrio dei 7 migranti trattenuti nel centro di Gjader.

 

“Un’altra sentenza politica non contro il governo, ma contro gli italiani e la loro sicurezza. Governo e Parlamento hanno il diritto di reagire per proteggere i cittadini, e lo faranno. Sempre che qualche altro magistrato, nel frattempo, non mi condanni a sei anni di galera per aver difeso i confini”, ha tuonato il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani “ci sono alcuni magistrati che stanno cercando di imporre la loro linea politica al governo. Questo non è accettabile”. Il segretario azzurro sottolinea: “Io rispetto tutte le decisioni della magistratura, non faccio polemica e non offendo nessuno, dico soltanto che è una scelta che va contro la tripartizione dei poteri. Non è un magistrato che decide qual è un Paese sicuro perché non lo sa. Perché non si occupa di queste cose. Se il governo che ha gli strumenti per farlo dice che un Paese è sicuro, allora c’è qualcosa che non funziona”.

 

La premier Giorgia Meloni non commenta. Ma le opposizioni vanno comunque all’attacco dell’esecutivo. “Gli attacchi ai giudici dei due vicepremier sono vergognosi: è il governo che non rispetta la separazione dei poteri e tenta di scaricare sui magistrati la propria incapacità di gestire il fenomeno migratorio”, replica dal porto di Shengjin Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. La collega Deborah Serracchiani parla di ennesima “figura barbina” da parte del governo “che dimostra che con le forzature e con i trucchetti per aggirare la legge non si va da nessuna parte. L’unico effetto – spiega – è quello di condannare persone esauste, che arrivano in Europa per scappare da violenze e discriminazioni, a nuovi viaggi e trasferimenti estenuanti. Una scelta crudele e vergognosa che sta peraltro determinando danni enormi al bilancio dello stato”. Per la responsabile nazionale giustizia del Pd, il tribunale di Roma “ha applicato la legge in modo impeccabile che non può prescindere dalla normativa europea”.

La decisione del tribunale romano non stupisce le forse di minoranza: “Siamo stati facili profeti: da mesi affermiamo che la maggior parte dei migranti deportati in Albania sarebbero stati riportati in Italia. Anche stavolta abbiamo avuto ragione”, sintetizza il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che rilancia: “A questo punto, il governo ha l’obbligo di interrompere le deportazioni: non può e non deve esserci una terza missione prima del giudizio della Corte di Giustizia Ue sui paesi sicuri. Di conseguenza, il governo dovrebbe ritirare l’emendamento al decreto flussi che intende incorporare il decreto Paesi sicuri: l’unica finalità di quell’emendamento era togliere ai giudici il dovere di verificare la compatibilità delle leggi italiane con il diritto europeo, cosa che si è dimostrata impossibile”. Secondo Avs, invece “il governo continua con queste operazioni sui migranti in Albania perché cerca scientemente di aprire uno scontro con la magistratura e poter continuare a dire ‘giudici comunisti’”.

Il M5S parla di “gioco dell’oca” messo in atto dal governo Meloni “sulla pelle dei migranti”. Un gioco in cui “al costo di un miliardo di euro dei cittadini italiani viaggiano avanti e indietro per il Mediterraneo tra l’Albania e l’Italia. Una ignobile speculazione fatta sulla pelle delle persone”. Il deputato grillino, Alfonso Colucci, capogruppo M5S in commissione Affari Costituzionali, in queste ore proprio a Shengjin, insiste: “I provvedimenti del governo, come il decreto Cutro e quello sui Paesi sicuri, contrastano con la Costituzione e con il diritto europeo. Questo è chiaro ormai a tutti e lo sa bene anche il governo, ma ammetterlo per il centrodestra significherebbe anche ammettere che le sue politiche migratorie sono basate sul nulla”.

Per Italia Viva “tutta l’operazione Albania è una forzatura a costi esorbitanti. È una invenzione elettorale solo per creare consenso. Quelle risorse e quella quota di forze dell’ordine utilizzata in Albania si potevano destinare a servizi più utili”, come dichiarato dalla senatrice Dafne Musolino. “Noi siamo dalla parte della legge: il decreto Paesi sicuri è in contrasto con il diritto comunitario, che è sovraordinato. Lo scontro con la magistratura? È stato il ministro Nordio a crearlo – sottolinea Musolino – parlando di ‘provvedimento abnorme’”.

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