Nel 2020 c’è un incremento dei flussi migratori pari a “circa 32mila arrivi, in grande parte di nazionalità tunisina (il 38,7% del totale)”. A spiegarlo è la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, nel corso di un’audizione sul decreto Immigrazione alla commissione Affari costituzionali della Camera. “Gli arrivi si verificano nel pieno dell’emergenza Covid ed è un fattore di complicazione per tutti gli Stati e in particolar modo per l’Italia che è frontiera esterna dell’Ue”, ha aggiunto la ministra.
Ecco perché il fenomeno migratorio ha delle “implicazioni globali che rendono imprescindibile la collaborazione tra Stati“. Il lavoro della Commissione Europea “ancora non vede quegli aspetti di riforma di Dublino da noi auspicati. Lo sforzo negoziale dell’Italia punta a meccanismi di solidarietà e di redistribuzione obbligatoria. E’ necessario- secondo Lamorgese – che ci sia una solidarietà da parte di tutti gli Stati europei nei confronti degli Stati come il nostro, di primo approdo”.
La ministra ha poi parlato dei rimpatri al paese di origine: “Nonostante le difficoltà causate dal blocco dei voli, sono circa 3mila i rimpatri effettuati, per la precisione 2.988, di cui 1.564 verso la Tunisia. Di questi sono circa 1.200 dopo l’accordo che abbiamo avuto con le autorità tunisine che hanno dato la disponibilità di dieci voli aggiuntivi, oltre ai soliti programmati, di due al mese”. “Sono ammessi alla partenza solo i migranti dei quali è stata certificata la negatività al Covid”, ha concluso.