Sui trattenimenti dei migranti in Albania arriva un altro stop da parte dei giudici. Almeno fino a luglio 2025, quando la corte di giustizia Ue scioglierà il nodo sui criteri con cui un Paese è considerato sicuro. Potranno quindi lasciare il centro albanese di Gjader i sette cittadini migranti per i quali oggi la sezione immigrazione del tribunale civile di Roma ha sospeso la convalida dei trattenimenti. I trattenuti, per cui è intervenuta la ‘non’ convalida, provengono dall’Egitto e dal Bangladesh. Il provvedimento oggetto di convalida era stato emesso dalla questura di Roma. Per uno di loro, richiedente asilo, dato lo stato di fragilità, è stata invece disposta la permanenza in un Cpr Italiano.
I 7 migranti trasferiti venerdì in Albania, dovranno essere liberati e portati in Italia, trascorse altre 48 ore da oggi. Lo scrivono i giudici della XVIII sezione del tribunale civile di Roma, nel provvedimento di 51 pagine, con cui oggi hanno sospeso la convalida di 7 trattenimenti. Aggiungono poi i magistrati della sezione immigrazione: “Deve evidenziarsi che i criteri per la designazione di uno Stato come Paese di origine sicuro sono stabiliti dal diritto dell’Unione europea. Pertanto, ferme le prerogative del legislatore nazionale, il giudice ha il dovere di verificare sempre e in concreto – come in qualunque altro settore dell’ordinamento – la corretta applicazione del diritto dell’Unione, che, notoriamente, prevale sulla legge nazionale ove con esso incompatibile, come previsto anche dalla Costituzione italiana”.
Spiega all’agenzia LaPresse l’avvocato Paolo Iafrate, esperto di diritto dell’immigrazione che aveva difeso, nella precedente udienza, due migranti a cui non era stato convalidato il provvedimento di trattenimento: “È una sentenza che riprende quelle emesse precedentemente da Bologna e da Roma”, e “il Tribunale di Roma ha disposto la sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento in attesa della decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sui quesiti pregiudiziali riguardanti la designazione dei paesi di origine sicura da parte del D.L. n. 158/2024. Secondo diversi Tribunali, in particolare, Catania e Roma, i criteri usati dal Decreto legge n. del 23 ottobre 2024 n.158 nella designazione di Paese ‘sicuro’ contrastano con il diritto dell’Unione europea, in particolare con le Direttive europee 32 e 33 del 2013, ancora vigenti, in attesa che vengano sostituite dal nuovo Regolamento procedure e dalla nuova normativa sui rimpatri, che dovrebbe integrare la precedente Direttiva 2008/115/CE, come previsto dal Patto sulla migrazione e l’asilo, che l’Unione europea ha stabilito nel maggio 2024. La Corte di Cassazione, si esprimerà invece, sui ricorsi presentati dal ministero degli Interni, il prossimo 4 dicembre”.