Definiamolo pure il derby dei poveri, quello dei ‘ciaparàt’ o del “vorrei ma non posso”. Ma forse anche per questo, considerando che è una stagione nella quale tanto l’Inter quanto il Milan hanno davvero fatto poco, certamente meno di quanto era nelle aspettative dei tifosi, la partita in programma a San Siro nasconde una valenza molto più importante. L’Inter, con i suoi 57 punti, ha la non straordinaria ambizione di finire immediatamente alle spalle delle squadre che hanno dominato la scena. Il quarto posto può essere considerato un obiettivo sensibile? Una medaglia di legno? In un momento come questo per una squadra come quella che Thohir ha raccolto e che sembra in grado solo ed esclusivamente di pareggiare pare di sì. Sarà l’ultimo derby di Zanetti cui sicuramente i tifosi nerazzurri vorranno dedicare qualche pensiero particolare; ma soprattutto sarà un derby nel quale sottolineare, in modo magari marcatamente sarcastico, che il Milan non è più quello di qualche anno fa, che amava presentarsi alla curva avversaria definendola la seconda squadra di Milano dal 1908, anno di fondazione dell’Inter.
Di fronte a una rifondazione che sarà sicuramente tecnica ma della quale al momento si capisce ben poco, il tifoso interista non può certo godere né stare allegro. I nerazzurri avranno anche sei punti più dei cugini ma c’è poco da festeggiare. Inter che arriva da uno 0-0 in casa contro il Napoli; Milan reduce da una sconfitta contro la Roma che ha interrotto l’inseguimento della squadra di Seedorf all’Europa League. Che resta aritmeticamente possibile. Ma molto aleatoria.
Derby dei poveri dunque, e delle occasioni perdute; dei rimpianti e dei rimbrotti. Un derby da vincere giusto per dire… “se non altro questo lo abbiamo portato a casa”. Ricordando che il Milan perse la stracittadina d’andata (in trasferta) con un gol a quattro minuti dal termine del solito Rodrigo Palacio.
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