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Milano, 3 arresti per strage via Cantoni: 40mila euro di debiti dietro rogo

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I carabinieri di Milano hanno arrestato e fermato tre persone per la strage di via Ermenegildo Cantoni 3 a Milano, l’incendio appiccato la sera del 12 settembre in cui hanno perso la vita due fratelli cinesi di 17 e 19 anni, Yinjie Liu e Dong Jndane, e il 24enne cinese, Pan An, sorpresi dalle fiamme mentre dormivano nel magazzino-showroom. Le accuse sono quelle di omicidio volontario, incendio doloso e tentata estorsione. 

Le indagini del Procuratore Marcello Viola e del pm Luigi Luzi hanno portato a eseguire in Olanda, con mandato d’arresto europeo, un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip di Milano, Manuela Castellabate, nei confronti di un giovane olandese ritenuto l’attentatore materiale, e due fermi di indiziato di delitto in Italia nei confronti di due cittadini cinesi, sospetti mandanti del rogo. Come emerso nel corso dell’inchiesta, condotta dal Nucleo investigativo dell’Arma e del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco, il movente sarebbe da ricercarsi in un debito non pagato di circa 40mila euro per lavori di ristrutturazione, contratto dal proprietario del magazzino con uno dei due mandanti.

Mandanti strage via Cantoni fermati con 1,3 kg di shaboo

È stato trovato con 1,3 chilogrammi di shaboo – la droga sintetica eccitante di origine filippina – e 1000 pastiglie di ecstasy riportanti simboli dei ‘bitcoin’ e del ‘geco’ uno dei due cinesi di 34 e 40 anni fermati questa mattina dai carabinieri di Milano. Durante le perquisizioni nelle case dei due uomini – Bing Zhou e Yijie Yao, uno residente a Milano in via Paolo Sarpi e l’altro a Monza – sono stati sequestrati anche 45mila euro in contanti, bilancini e materiale per il confezionamento della droga. Oltre al fermo per omicidio aggravato plurimo, incendio doloso e tentata estorsione, i militari hanno eseguito in flagranza l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di droga. In Olanda è stato invece eseguito il mandato d’arresto europeo nei confronti di Washi Laroo, 26enne di Middelburg, ritenuto dal pubblico ministero Luigi Luzi e dal Procuratore di Milano, Marcello Viola, l’esecutore materiale della strage.

Mandanti strage via Cantoni: “Se non paga gli darò fuoco” 

“Se non me li salda gli darò fuoco, lo farò.. Chiamerò il pazzo per farlo venire”. Così nelle intercettazioni ambientali parlava Zhou Bing, il 40enne fermato questa mattina dai carabinieri di Milano con il complice Yijie Yao, 34 anni, come mandanti del cittadino olandese Washi Laroo, il 26enne arrestato come esecutore dell’incendio al magazzino-showroom ‘Wang’ di via Cantoni 3 a Milano dove hanno perso la vita la 19enne Yindan Dong, il fratello 17enne Yinjie Liu e il designer 24enne An Pan. La ricostruzione del pm Luigi Luzi e del Procuratore di Milano Marcello Viola nel decreto di fermo di indiziato di delitto parla di una storia di debiti: Yao – uno dei sospetti mandanti – deve 65mila euro a Bing per una partita di droga shaboo che ha pagato solo in parte. Allo stesso tempo vanta 40mila euro di crediti verso Li Yueming, padre del titolare del magazzino in zona Quarto Oggiaro dato alle fiamme e dove muoiono i tre giovani. Proprio poche ore prima del rogo Yueming si era recato dai carabinieri a sporgere denuncia per delle tentate estorsioni subite da lui e dalla sua famiglia. A commetterle sarebbe stato un soggetto “nordafricano” – l’olandese di origine maghrebina – che li avrebbe minacciati: “Altrimenti vengo tutti i giorni e ti brucio e ti ammazzo la famiglia”. Passa un mese dalla strage e il 14 ottobre Yao, impresario edile, è in macchina con un suo dipendente mentre si recano su un cantiere. Passano nei pressi di via Cantoni e gli dice: “Più avanti c’era il magazzino che è stato incendiato. Tutti noi del settore di ristrutturazione siamo contenti… Se l’è meritato, naturalmente figlio di un cane… Lui è molto cattivo… Non sa un cazzo di ristrutturazione, è molto tirchio, ha i soldi e non li vuole dare”. Parla anche delle tre vittime ‘innocenti’. “Per prima cosa nel magazzino non possono abitare le persone, invece li ha fatti abitare. L’estintore, non c’è neanche un estintore”. Frasi che per gli inquirenti mostrano il “risentimento” e “l’odio” verso Yueming, accusato nell’ambiente dei cinesi di Milano e Prato di essere un cattivo pagatore e non saldare i propri debiti. Il 5 ottobre a parlare dell’accaduto è invece Bing. Sta raccontando a un uomo non identificato di un suo debitore. Dice di essere pronto a far venire il “pazzo, gli darò fuoco”. “Il posto dell’incendio sono morte tre persone – gli dice l’interlocutore – sicuramente ha dato fuoco versando la benzina, come mai non riuscivano a scappare?”. “Non mi frega un c… – risponde il 40enne cinese – Sicuramente perché la porta era chiusa con la chiave, hai capito? Erano chiusi dentro”. Gli investigatori sono sicuri che il “pazzo” sia il 26enne olandese, Washi Laroo, che dalle banche dati di polizia dei Paesi Bassi è risultato avere precedenti di polizia per appropriazione indebita, ricettazione, furto, rapina, droga possesso di armi, tentato rapimento e anche casi archiviati di ricatto e tentato omicidio. E’ sempre Bing che ne parla il 15 ottobre. Una donna gli chiede: “Il pazzo si trova ancora in Spagna?” dove sarebbe fuggito dopo l’incendio. “Sì, è in pericolo, stavolta se verrà preso per uscire almeno ci vogliono 15 anni”. “Non c’è condanna a morte?” chiede l’interlocutrice cinese. “Qua massimo danno 25 anni”.

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