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Milano, neonato muore poco dopo il parto. Il padre denuncia l’ospedale: “Era incastrato e non riuscivano a tirarlo fuori”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Un neonato è morto poco dopo il parto all’ospedale Macedonio Melloni di Milano. La madre, di 36 anni, si è recata al pronto soccorso venerdì sera insieme al marito, che ha sporto denuncia alla polizia di Stato. La coppia, entrambi egiziani, hanno altri quattro figli.

La salma del neonato è stata portata all’obitorio civico di via Ponzio, dove rimarrà almeno per le 24 ore successive al decesso. La madre è ancora ricoverata in ospedale, mentre sul corpicino del piccolo, secondo quanto si apprende dai genitori, sarà effettuata l’autopsia. La famiglia è sotto shock. “Durante la gravidanza è andato tutto bene e mia moglie non ha mai avuto alcun problema, né il bambino che aveva in grembo”, dichiara a LaPresse il padre del neonato, Roumani Mahros, 36 anni.

La coppia si è recata in ospedale due giorni fa. “Giovedì sera mia moglie mi ha telefonato mentre ero al lavoro per dirmi che aveva delle perdite. Il termine del parto era previsto per l’1 giugno, mi sono precipitato a casa dove intanto era arrivata l’ambulanza, che ha portato mia moglie in ospedale. Io li ho raggiunti con la mia macchina dove avevo già caricato la valigia con dei vestiti per la sala parto. Doveva essere il nostro quinto figlio, sappiamo come funziona. Arrivati all’ospedale Macedonia Melloni – racconta l’uomo – siamo stati insieme mentre i medici le facevano il tracciato per capire le condizioni del feto, e ci hanno detto che stava bene. Mai potevamo immaginare cosa sarebbe successo”.

Stando a quanto ricostruito da Mahros, la donna ha atteso la rottura delle acque in una stanza del nosocomio, dopodiché entrambi insieme ai medici si sono recati in sala parto, dove sono state effettuate le prime manovre. “Il bambino ha iniziato ad uscire e dopo un po’ è rimasto incastrato nella vagina. I medici e gli infermieri hanno preso un’attrezzatura medica tipo una ventosa per estrarlo. Non riuscivano a tirarlo fuori – sono le parole della denuncia presentata dall’uomo venerdì mattina agli agenti del commissariato Monforte-Vittoria -. Gli ho detto che così rischiava di morire soffocato se non si sbrigavano. Ma il personale medico e infermieristico mi diceva di stare tranquillo e di stare zitto. Il bambino è stato molto tempo incastrato nella vagina della madre, credo dieci minuti o più. Dopo un po’ sono riusciti a tirarlo fuori”. A detta del padre, “mentre era incastrato piangeva, l’ho sentito piangere”, ma “ha smesso quando l’hanno tirato fuori: aveva la testa allungata. Ho chiesto di poter fare un video col telefonino perché avrei voluto denunciare quanto successo in sala parto ma me lo hanno impedito“. Si legge ancora sulla denuncia: “L’infermiera ha preso il bambino e lo ha avvolto in una coperta e lo ha portato subito via. Io mi sono stupito del fatto che non lo hanno dato nemmeno per un minuto in braccio a mia moglie, come di solito fanno dopo una nascita”.

Dopo il parto, la coppia è stata fatta accomodare in un’altra stanza. “Ci chiedevamo dove fosse nostro figlio – afferma ancora incredulo il 36enne -. Ho fermato una dottoressa e le ho chiesto di farmelo vedere ma la risposta è stata ‘il bambino non sta molto bene’. Quelle parole ci hanno illuso, dovevano dirci subito come stavano le cose. Ho insistito, lei ha iniziato a sbiancarsi in viso e mi ha detto di stare tranquillo”. Mahros, dopo aver visto le condizioni in cui versava il neonato, intubato in una incubatrice, ha chiamato la polizia. “Gli agenti della volante mi hanno subito consigliato di cercarmi un avvocato e di sporgere denuncia. Nostro figlio è stato massacrato, scannato come in una macelleria. Ora vogliamo giustizia perché quanto successo alla nostra famiglia potrebbe accadere anche ad altri“, afferma. Come confermato da fonti dell’istituto ospedaliero, il neonato è nato vivo ed è deceduto dopo il parto nonostante più tentativi di rianimazione effettuati dai medici.
 

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