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Musica, il primo album solista di Manuel Agnelli

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Un album nato quasi per caso, in maniera libera, durante uno dei momenti più duri della nostra storia recente. ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’ presenta al pubblico per la prima volta un Manuel Agnelli in versione solista. Anche se un gustoso assaggio del suo exploit senza gli Afterhours lo ha già regalato in estate, con un tour che ha toccato le principali arene e festival. Il disco, tra i più attesi dell’autunno, uscirà il 30 settembre, in contemporanea con il nuovo singolo, ‘Milano con la peste’, che segue i precedenti ‘Proci’, ‘Signorina mani avanti’, ‘Pam Pum Pam’ e il pluripremiato ‘La profondità degli abissi’, tratto dalla colonna sonora del film ‘Diabolik’. Primo disco da solista ma “non sarà l’ultimo”, promette il 56enne cantautore nella presentazione al Teatro Filodrammatici di Milano, cui ha preso parte nelle vesti di presentatore Marco Giallini, suo grande fan (“E’ la prima volta che mi emoziono davanti a un artista”, confessa l’attore).

Il titolo prende in prestito una delle più celebri massime del cristianesimo: “Una frase di una potenza devastante, che non si è mai consumata perché non si è mai realizzata. Rappresenta bene gli argomenti che affronto”, spiega Agnelli. Il cuore del disco è, infatti, un’indagine sulla complessità dei sentimenti umani, rivolta all’interno e all’esterno di sé. “Sono tutte canzoni d’amore”, sottolinea il cantautore. Un amore non tanto tra due persone, come potrebbe sembrare a una prima analisi, quanto da interpretare come rapporto tra un uomo e tutti quelli che lo circondano. Oltre ad aver scritto, interpretato e co-prodotto tutte le tracce, Agnelli ha suonato la quasi totalità degli strumenti. Una scelta inizialmente dettata dalla situazione in cui l’album è maturato, il lockdown, e successivamente portata avanti come sperimentazione. “Durante la pandemia ho iniziato a scrivere liberamente, non mi sono detto ‘ora faccio un album solista’”, racconta Agnelli. “A quel tempo non avevo uno studio in casa e ho cominciato a suonare materiali da cucina: mestoli, coperchi, scatole, bidoni. Ho tirato fuori dei suoni che potessero dare un certo tipo di carattere. Quando mi sono detto ‘ora chiamiamo un batterista’, ho capito che quei suoni mi piacevano. Lì ho pensato che poteva essere un album solista. E’ un lavoro cresciuto nel tempo, nato in maniera causale e non progettuale”. Del resto, il concetto di ‘libertà’ fa da potente filo conduttore del lavoro. Libertà intesa come “liberarsi da un’idea di me stesso”. Non è un caso che, per la prima volta in 35 anni, in una copertina campeggi il volto del cantautore milanese.

A conferma di come in questo lavoro Agnelli abbia voluto mettersi totalmente in gioco, liberandosi da ogni tipo di gabbia e spaziando tra le sue ispirazioni, le sue influenze e le sue velleità. “Sono stato a lungo sposato con gli Afterhours, poi ho avuto una lunga parentesi televisiva come giudice di X Factor. C’è, di me, un’immagine di un certo tipo. Realizzare un disco da solo – dice – mi permette di recuperare una certa libertà. Le cose, anche se sono belle, ti ingabbiano. Questi pezzi li sento miei, mi appartengono. Non volevo fare un disco di rottura rispetto a quanto ho fatto in precedenza, bensì un disco di continuità, e comunque libero”, precisa. Questo non significa che le strade tra lui e gli Afterhours si siano divise per sempre: “Sono un progetto pesante, l’80 per cento delle canzoni sono mie. Però sono passato per il ‘canzonettaro’ del gruppo, quello che suona la chitarra e scrive le melodie. Ho sofferto, ma non per mancanza di rilevanza, ho sempre avuto un ruolo di grande profilo in quel progetto. Però il ruolo in cui mi si identificava sì, lo trovavo sbagliato. Gli Afterhours restano un progetto ancora interessante, ma appunto, non è una band, è un progetto. Per questo abbiamo realizzato un disco ogni 4-6 anni. Quando avremo di nuovo qualcosa da dire, ne faremo un altro”. Nell’attesa, Agnelli tornerà sul palco in inverno, con un tour che toccherà i principali club italiani. Prima tappa il 3 dicembre a Bari. Con lui sul palco i ‘Little Pieces of Marmalade’, il duo con cui ha lavorato a X Factor, Beatrice Antolini e Giacomo Rossetti.

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