Undici titoli mondiali, due ori olimpici a Rio e un record del mondo nei 100 rana. A soli 22 anni Lilly King è già una campionessa fatta e finita e, dopo aver concluso la carriera collegiale con gli Indiana Hoosiers il marzo scorso, fa il suo ingresso nel mondo del nuoto a livello professionistico proprio in concomitanza con la svolta introdotta dall’International Swimming League, la prima lega professionistica a squadre, che scatterà questo weekend a Indianapolis. “E’ davvero bello esser diventata professionista ora che c’è un campionato per nuotatori professionisti – ha dichiarato l’atleta statunitense, una delle stelle dei Cali Condors – C’è un percorso designato per i professionisti, penso che questo incoraggerà più nuotatori a rimanere in questo sport dopo il college”. Il formato di Isl, che prevede un sistema di punteggio a squadre e privilegia sessioni di gare molto brevi, richiama per diversi aspetti il nuoto universitario statunitense. “Credo che questo format renderà il nostro sport più emozionante. So che ad alcuni atleti professionisti americani manca il nuoto a livello collegiale, con Isl avremo alcuni flashback dei nostri giorni in Ncaa – ha proseguito – Avere più tappe trasmesse in tv porterà più visibilità al nuoto”.
Due degli aspetti fondamentali di Isl sono la tolleranza zero nei confronti del doping e l’uguaglianza, anche a livello salariale, tra uomini e donne. “Avere una posizione di tolleranza zero nei confronti del doping è qualcosa che ogni competizione dovrebbe avere – ha sottolineato la ranista – Chi bara non dovrebbe competere, fine della storia. La parità di genere? E’ grandioso, ma il nuoto credo sia uno dei pochi sport che per molto tempo ha avuto la stessa retribuzione. Onestamente, a questo punti i nuotatori si aspettano questo”.