Chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno può a buona ragione osservare come la pressione fiscale in Italia stia calando: il rapporto tra tasse e Pil è infatti sceso al 42,9% nel 2016, quattro decimi di punto al di sotto dell’anno prima e oltre un punto e mezzo più in basso rispetto al massimo toccato nel terzo millennio, cioè il 39,1% del 2005. Chi preferisce concentrarsi sulla metà che resta vuota, può d’altra parte rimarcare il fatto che l’Italia, nel 2015, è risultata il paese Ocse in cui le tasse hanno avuto un peso più ingente sul totale delle entrate pubbliche. Nello specifico, hanno rappresentato una quota del 91,4% delle risorse affluite allo Stato, contro una media rilevata nell’area dell’82%. A fornire questa fotografia in chiaroscuro del fisco tricolore è il rapporto Revenue Statistics 2017, diffuso oggi dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
L’indagine Ocse mostra come la pressione fiscale rispetto al prodotto interno lordo, nella media dei Paesi monitorati, sia cresciuta lo scorso anno al 34,3% dal 34% del 2015. Da questo punto di vista l’Italia si conferma al sesto posto, come già l’anno scorso, al di sotto quindi del podio occupato da Danimarca (45,9%), Francia (45,3%) e Belgio. Mentre a segnare i dati più bassi sono Messico (17,2%), Cile (20,4%) e Irlanda (23%). Dal punto di vista della struttura dell’imposizione fiscale, lo studio rileva poi come l’Italia sia caratterizzata – rispetto agli altri Paesi – da maggiori entrate derivanti imposte sui redditi personali, sui contributi previdenziali e sui beni e servizi (esclusa l’Iva), presentandosi invece in media per quanto riguarda la quota di entrate da tasse sulla proprietà rispetto al totale. Pesano meno che altrove, infine, le entrate da imposte sul reddito delle società e sul valore aggiunto.
Contrastate le reazioni politiche di fronte al report. Da una parte, quella del principale partito di governo, si sottolinea il miglioramento rispetto all’anno precedente. Dalla parte opposta, quella dell’opposizione, si pone l’accento sul forte peso che le imposte continuano ad avere nella capacità dello Stato di fare cassa. “Cala la pressione fiscale, la crescita noi la facciamo con le riforme e abbassiamo le tasse nonostante disastri fatti da Berlusconi e Tremonti”, scrive su Twitter il responsabile Sviluppo del Pd, Ernesto Carbone, al quale fa eco l’onorevole democratica Silvia Fregolent, che in una nota afferma: “Non è ancora abbastanza? Intanto le tasse calano e caleranno ancora grazie al fatto che abbiamo puntato sulla crescita. Anche questo significa aiutare il Paese”. Non basta sicuramente a Deborah Bergamini: “Ora anche l’Ocse certifica ciò che noi sosteniamo da tempo: la sinistra è stata tutta tasse e distintivo. E il prezzo più caro l’hanno pagato le famiglie italiane”, twitta la responsabile comunicazione di Forza Italia. vsc 231935 Nov 2017