In una finale di Conference “anything can happen”, dicono gli analisti dell’NBA americana. Ma stavolta concedere qualche favore di pronostico ai San Antonio Spurs sembra abbastanza logico e naturale perché la pesantissima assenza di Serge Ibaka, vittima di un infortunio muscolare che gli impedirà certamente di prendere parte alle gare di questa finale occidentale, ha ribaltato qualsiasi pronostico. E poi c’è da considerare l’eccellente stato di forma degli Spurs che con il passare delle settimane sembrano crescere sia nella consapevolezza della propria forza che nelle condizioni fisiche e mentali.
I Thunders potranno contare su un Durant che vende la pelle sempre carissima, su un Russell Westbrook spesso decisivo in semifinale e anche su una tradizione recente positiva che ha visto la squadra di Oklahoma vincere quattro volte su quattro nelle sfide di Regular Season. Ma i tempi sono cambiati e se San Antonio è cresciuta, i Thunders sono in difficoltà e senza il loro uomo migliore.
San Antonio, forte di un Parker (a destra nella foto accanto a Tim Duncan) come spesso accade incontenibile nelle partite che contano, hanno gestito Dallas per poi spazzare via la difesa di Portland. Anche Tony Parker ha qualche problema alla coscia: ma Tim Duncan e Manu Ginobili sono in grandissima forma. Thunders che dovranno appoggiarsi sull’esperienza di Durant che insieme Westbrook ha fatto la differenza in semifinale contro i Los Angeles Clippers.
Molto interessante sarà capire quale sarà l’apporto di Steven Adams, chiamato alla prima linea dopo l’infortunio di Ibaka: il neozelandese, che contro i Clippers ha dimostrato di saper reggere la pressione senza problemi, potrebbe anche giocare la partita della vita e sull’onda di questa responsabilizzazione generale, i Thunders potrebbero anche puntare alla partita della vita.
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