In Italia oltre 50 persone al giorno sono vittima di omofobia. Il numero di ricatti e violenze è in crescita, ma solo uno su 40 ritiene utile denunciare e oltre il 15 per cento degli italiani ha opinioni negative su lesbiche, gay e trans. Sono alcuni dei dati raccolti dai promotori di Gay Help Line, il numero verde di supporto alle vittime di omo-transfobia. Nell’ultimo anno il servizio ha ricevuto oltre 20.000 contatti da tutta Italia, tramite telefono, chat e email. Oltre 240 mila contatti dal 2006 anno di nascita. In particolare quest’anno sono arrivate oltre 3200 segnalazioni da minori, e tra i 12 ed i 25 anni sono stati riscontrati oltre 400 casi di gravi maltrattamenti familiari.
Dai dati emerge un crescente livello di omofobia con un incremento del 2% (ora al 72%) ed un aumento del 4% (ora al 17%) dei ricatti a scapito delle persone lesbiche e gay non dichiarate. Inoltre, la comunicazione tramite social, rende sempre più facilmente rintracciabile l’orientamento sessuale degli utenti, esponendo le persone lgbt a ricatti e attacchi. Un altro dato che emerge è l’età sempre più giovane degli aggressori e ricattatori, spesso minorenni. Restano costanti, con numeri ancora molto alti, i casi di genitori che non accettano l’omosessualità mettendo in atto maltrattamenti verso i figli, per almeno 400 casi l’anno e, il 30% di questi, arriva a segregarli in casa o a sottoporli a violenze.
Inoltre, ancora oggi, il 15,1% degli italiani, ha un’opinione estremamente negativa sulle persone lgbt, dichiarando di provare disgusto o che gli omosessuali sono contro natura. In assenza di una specifica legge contro l’omofobia e di strutture di supporto logistico per chi ha bisogno di protezione, solo una vittima su 40 pensa che denunciare possa migliorare la propria situazione, specialmente i più giovani, che temono oltre alle discriminazioni anche la reazione della propria famiglia.