A settembre erano nello stesso partito, oggi sembrano lontani anni luce. La convivenza di Pd e Italia viva diventa sempre più difficile, perché il rapporto ormai è logorato da anni di battaglie interne ai dem. Lo scontro sulla manovra lo certifica, con i due partiti che si sono affrontati con toni molto duri, in diversi casi oltre il livello di guardia. Addirittura con il Movimento 5 Stelle solo spettatore del botta e risposta tra ex compagni di casa. Divisione certificata dalle comunicazioni incrociate che per tutto il giorno si lanciano letteralmente contro dem e Iv.
Da fonti del Pd arriva la prima bordata: “Italia Viva ai lavoratori italiani preferisce le multinazionali delle bibite gassate, come la Coca Cola. Non vuole diminuire le tasse sul lavoro ma pensa solo a togliere la Sugar Tax, per favorire società per azioni che non hanno sede neanche in Italia”. Un’accusa pesante, che provoca la reazione quasi immediata della capodelegazione nel governo, Teresa Bellanova. “Dividere i lavoratori è da miserabili”, esordisce su Facebook la ministra delle Politiche agricole.
“La sugar tax colpisce lavoratori, imprese agricole e mondo della trasformazione e per noi non esistono lavoratori di serie A e B. Per questo Italia viva ne ha sempre proposto la cancellazione”. Arrivando al vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, poi, il vice capogruppo renziano alla Camera, Luigi Marattin, affonda un altro colpo, definendo “sovietica” la visione dell’economia del Pd. Poco prima il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani aveva accusato il collega di aver proposto “di togliere 250 milioni dal taglio del cuneo fiscale per i lavoratori per destinarli alla riduzione della Plastic e Sugar tax”.
Anche a taccuini spenti lo scontro è proseguito. Secondo fonti di Italia viva, infatti, il Pd è “ancora ossessionato da Matteo Renzi”. Mentre tra i democratici monta l’insofferenza per l’atteggiamento dell’ex segretario e dei suoi, lamentando una “costante e martellante azione di disturbo” sul governo “pur di affermare a favore di camera le loro istanze, ma è solo marketing politico”. Anche in questa nuova fase del rapporto, in poche parole, si trascinano i vecchi schemi dello scontro interno al Nazareno, ma senza nemmeno il freno della coabitazione sotto lo stesso tetto. E sono in molti a chiedersi se (e quando) questa condizione non rischierà di far implodere la maggioranza.