Praticamente una gita. La squadra di Ancelotti, qualificatasi con largo anticipo e già sicura del primo posto nel suo girone (lo stesso della Juve), è di scena a Copenhagen con l’unico scopo di non fare brutta figura e di mantenere un certo livello di tensione agonistica in vista dei prossimi impegni di Liga.
Partita dal pronostico a senso unico: anche se il Real potrebbe decidere di accontentarsi, e i danesi non sono comunque fuori da qualsiasi calcolo che possa portarli quanto meno in Europa League.
Valutiamo un po’ di ipotesi: se Juventus e Galatasaray dovessero pareggiare e il Copenhagen vincesse, bianconeri e danesi sarebbero a pari punti in classifica ma la squadra di Conte è in vantaggio nello scorso diretto. Quindi, la miglior opzione possibile per il Copenhagen è battere il Real, impresa non da poco di per se stessa, e sperare in una sconfitta in casa del Galatasaray per scavalcare i turchi, arrivare terzo nel girone essere ripescato in Europa League.
Diciamo che la legge dei grandi numeri non è dalla parte dei danesi che tuttavia in Champions League risultano imbattuti al Parken con 5 vittorie e tre pareggi nonostante il loro saldo di conclusioni verso lo specchio della porta avversaria, in queste prime cinque partite del round robin, sia di 29 tiri, meno di qualsiasi altro club.
Il Real Madrid ha incontrato squadre danesi nel suo lungo cammino europeo per 11 volte conquistando nove vittorie e marcando la bellezza di 44 gol. Una media di quattro gol giusti giusti a partita…
Una statistica interessante e che è passata un po’ inosservata è quella che riguarda invece le continuità delle marcature del Real che va in gol, senza interruzioni da trenta partite: è un record. Quello precedente apparteneva al Barcellona.
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