Da una parte una squadra nata con lo scopo di salvarsi e costruita con pochi soldi e molta buona volontà: dall’altra un club storico, ambizioso, prestigioso, che ha investito molte risorse economiche in estate e che ha ulteriormente rilanciato con l’arrivo di Hackett. L’arrivo di Milano a Pistoia, in una città un po’ provinciale e che pur con ambizioni ridotte ha molta fame di sport e di basket in particolare, è un po’ come vivere una festa cittadina. I biglietti in prevendita sono andati polverizzati in pochi minuti anche se raramente al PalaCarrara si trova posto a sedere contro qualsiasi avversario: figuriamoci contro l’Armani. Milano, con la sconfitta subita da Roma a Cantù, ha la possibilità di accorciare le distanze rispetto a Brindisi e di riaffermare tutte quelle logiche che sono tipiche di una squadra che ha obiettivi concreti da conquistare. Quando si spendono tanti soldi partecipare avrà anche un senso, ma vincere diventa quasi un obbligo.
Pistoia, che punta alla salvezza dopo aver riconquistato la massima serie dopo quasi quindici anni di assenza, non vuole fare brutte figure: un gioco veloce e ricco di alternative, magari non estremamente potente ma molto efficace. Pistoia in casa è un bel fortino da espugnare: il pubblico toscano sa come fare la differenza: sono caduti in tanti qui, anche Cantù e Sassari, spesso bloccati da una difesa ossessiva più che aggressiva guidata dall’esperienza di Galanda e da un tecnico come Moretti con il quale il veterano si interfaccia perfettamente.
Milano dovrà tornare a vincere per dimenticare l’eliminazione in Coppa Italia contro Sassari, che poi ha alzato il trofeo, e prevedibile tonfo in Eurolega contro Barcellona. All’andata al Forum di Assago netta vittoria dell’Olimpia Milano per 75-55.
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