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Premier, il ritorno dello Special One: Mourinho riparte dal Tottenham

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Lo Special One è tornato. Provocatorio, megalomane, carismatico, arrogante, genio della tattica ma con cui l’amore di solito non dura più di tre anni: Jose Mourinho è pronto a rinverdire la sua leggenda nel giardino di casa preferito che è la Premier League. Il 56enne tecnico portoghese è da questa mattina il nuovo allenatore del Tottenham, club con cui ha firmato un contratto fino al 2023. Mourinho prende il posto di Mauricio Pochettino, esonerato a poco più di sei mesi da una storica finale di Champions League persa contro il Liverpool ma protagonista di un deludente inizio di stagione. Sono di qualche mese fa le immagini di una intervista in cui un Mourinho in lacrime ammette di sentire la mancanza del campo. “Mi sono fermato e non posso essere felice. Mi manca allenare”, le sue parole. Tre mesi dopo il suo grido di dolore è stato raccolto da presidente degli Spurs Daniel Levy che nell’ingaggiarlo ha dichiarato: “Con Jose abbiamo uno degli allenatori di maggior successo del calcio. Crediamo che porterà energia e convinzione nello spogliatoio”.

“Sono entusiasta di entrare a far parte di un club con un patrimonio così grande e tifosi così appassionati”, ha dichiarato Mourinho nel comunicato. “La qualità sia nella squadra che nell’academy mi entusiasma. Lavorare con questi giocatori è ciò che mi ha convinto”, ha aggiunto lo Special One. E alla prima intervista ai canali social Spurs, ha promesso di portare “passione. Mi hanno sempre parlato del potenziale del club, della qualità dei giocatori, del magnifico lavoro che la società sta facendo”. Il tecnico portoghese è arrivato nel primo pomeriggio presso il Tottenham Training Center per incontrare i suoi nuovi giocatori e condurre la sua prima sessione di allenamento. Lo Special One, che vive da tempo a Londra, sarà presentato alla stampa in conferenza stampa nel pomeriggio.

Per Mourinho gli undici mesi senza allenare, in seguito all’esonero dal Manchester Utd nello scorso dicembre, sono il periodo di pausa forzata più lungo da quando nel 2002 ha scalato i vertici del calcio mondiale con il Porto. Soprannominato lo ‘Special One’ nel 2004 al suo arrivo a Chelsea, in Inghilterra è ora diventato ‘The Impatient One’ visto che, derogando alle sue abitudini, ha accettato di prendere in corsa una squadra solo al 14esimo posto in Premier. Certo il Tottenham non vale la posizione che occupa, forte di un organico di altissimo livello. Ma soprattutto gli Spurs daranno a Mourinho la possibilità di tornare a giocare la Champions League. “Voglio esserci”, aveva esclamato lo scorso marzo durante una delle miriadi ospitate tv di questo anno sabbatico. Detto, fatto: il Tottenham è secondo nel suo girone e in piena corsa per gli ottavi.

Mourinho non ha mai nascosto che il suo sogno è quello di vincere la Champions League con la terza squadra diversa, dopo il Porto nel 2004 e l’Inter del Triplete nel 2010. D’altronde il George Clooney del calcio mondiale è uno dei pochi allenatori ad aver vinto il campionato in quattro paesi diversi: Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna. Allenatore dal carattere fumantino, ha costruito squadre temibili e rispettate ovunque. Seguendo una massima minimalista ma a lungo efficace: “La cosa più importante è la vittoria, non importa come la ottieni”. In Italia lo ricordiamo per gesti plateali come la ‘manette’ per protestare contro l’arbitro in un Inter-Sampdoria, per le stoccate al veleno contro gli avversari con il celebre ‘zero tituli’ rivolto a Juve e Milan.

Proprio il Triplete interista è stato l’apice della sua carriera, successivamente la sua aura si è erosa prima sulla panchina del Real Madrid, dove non riuscì a conquistare la ‘Decima’ decima Champions, poi nel suo secondo atto al Chelsea dove non bastò vincere di nuovo il campionato per ottenere la riconferma da Abramovich e infine al Manchester United dove non è riuscito a riportare i Red Devils alla conquista della Premier. In Inghilterra Mourinho ritroverà uno dei suoi più grandi nemici: Pep Guardiola, ben saldo al Manchester City. Con il tecnico catalano, durante il periodo caldo del duello Real-Barcellona, Mourinho aveva trovato la sua nemesi, con uno stile diametralmente opposto, sia nella personalità che nella filosofia di gioco. I due torneranno ad affrontarsi in Premier League il 1° febbraio.

Con il suo approdo al Tottenham un’altra curiosità sarà vedere come Mourinho riuscirà a gestire una squadra ricca di campioni, come i vari Kane, Eriksen, Alli e Son. Nel corso della sua carriera, lo Special One non è mai stato più di tre anni sulla stessa panchina in molto dicono per il modo in cui spreme i giocatori, che ad un certo punto inevitabilmente finiscono per avere una crisi di rigetto. Inoltre il suo carattere spigoloso lo ha portato spesso a confrontarsi, anche in modo brusco, con i grandi campioni che ha allenato: su tutti Zlatan Ibrahimovic all’Inter, Cristiano Ronaldo ai tempi del Real Madrid, Paul Pogba al Manchester United. Kane e compagni sono avvertiti.

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