“Non approvare lo ius soli è un calcolo politico sbagliato basato sull’emozione e non su uno sguardo più ampio, lungimirante per il bene del Paese. La legge non è passata perché le indagini demoscopiche dicono che il partito che la propone perderebbe due punti di voti. Ma li perderebbe perché è inevitabile che siano perduti o perché non si spiegano le ragioni della stessa legge e non ne nasce finalmente un dibattito sul contenuto?”. Così Romano Prodi in un’intervista a Repubblica da Assisi, commentando il dietrofront in Senato sullo ius soli. Dietro front seguito, però, dalla conferma dell’impegno ad approvare la legge da parte del premier Paolo Gentiloni. Nessun commento, invece, sulla assoluzione di Clemente Mastella: “Posso non rispondere nulla? Anche perché – dice ridendo – sarebbe una bomba”.
Poi, torna sullo ius soli: “Io penso che se la linea di un’assurda chiusura sulla cittadinanza verrà a dominare, se ciò avverrà, allora la gente finirà per votare per l’originale e non per la copia. Insomma, non credo affatto che abbandonare una propria linea a motivo delle indagini demoscopiche sia un fatto positivo”. “Sarebbe opportuno – aggiunge – trasformare l’approvazione dello ius soli in una festa della cittadinanza, in qualcosa di solenne; è una questione di diritti che un Paese civile deve avere”