Archiviato il GP d’Australia, da molti considerato una sorta di prova generale più che il primo evento vero e proprio della stagione che tra collaudi, test e messe a punto vedrà le macchine al top della loro condizione quando la Formula Uno arriverà in Europa, eccoci al secondo capitolo stagionale del mondiale.
Un Mondiale completamente stravolto dalle nuove regole che in qualche modo stanno cambiando le carte in tavola e potrebbero rilanciare outsider, o imporre nuovi talenti così com’è accaduto in Australia. Ma alla fine l’opinione generale degli addetti ai lavori è che sia solo una questione di tempo e che la potenza economica, tecnica e organizzativa della Red Bull sia destinata a venire fuori alla distanza in modo prepotente. Tant’è che la quota di Vettel come vincente del Mondiale non è che sia salita granché nemmeno dopo la sua clamorosa uscita di scena in Australia. E anche il fatto di non aver conquistato la pole in Malesia, andato a Lewis Hamilton, non sembra aver danneggiato più di tanto le quote del campione mondiale uscente che resta secondo i bookmaker il superfavorito. Dell’evento e del mondiale nel suo complesso.
La parola alla pista, e poi anche ai giudici: che nel parco chiuso, per qualche gallone di benzina in più, proprio com’è accaduto a Melbourne, possono dire la loro e stravolgere completamente un ordine arrivo già sorprendente.
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