Cominciamo dalla partita che apparentemente potrebbe sembrare più scontata, e dunque dalla sfida che vede San Antonio cercare il suo quarto successo contro i Portland TrailBlazers: il 3-0 maturato fino a oggi dalla squadra trascinata da Tony Parker dice già moltissimo della squadra texana che non ha mai ammesso alcun confronto, né sotto l’aspetto dei fondamentali né sotto quello delle fasi di gioco da una squadra che si è presentata con statistiche palesemente inferiori ma anche con la mentalità di chi è sembrato un po’ votato al massacro. Di Portland ha sorpreso in negativo proprio questo: e cioè il fatto che nel momento in cui avrebbe dovuto spolverare il vestito da sera e farsi sgargiante, è sembrata dimessa. A tratti impressionante. Parker eccezionale, a tratti incontenibile. Spurs che si presentano nella condizione di poter chiudere la serie alla prima senza dover spendere altre risorse fisiche e mentali o comunque che possono giocare con la tranquillità di poter poi chiudere in casa il conto per la qualificazione alla finale di Conference.
Diverso invece il discorso per quanto riguarda Miami: la squadra di LeBron James (nella foto) ha dimostrato di soffrire in modo particolare Brooklyn anche nel corso della regular season perdendo tutte e quattro le partite in programma nel corso della stagione. Ma i Nets che sono riusciti a dimezzare lo svantaggio vincendo 104-90 giocando una delle partite più straordinarie della stagione, paga comunque una condizione fisica non straordinaria, l’età non verdissima di alcuni suoi protagonisti e l’infortunio del suo pezzo pregiato Brook Lopez. Miami continua ad alternare gare splendide ad altre mediocri, seguendo l’umore dei suoi fuoriclasse, James e Wade in testa. Gara #4 dirà molto di quanta fatica dovranno ancora spendere gli Heat per evitare strapazzi e concentrarsi sulla vera sfida. Quella con Indiana…
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