La scuola riapre in presenza, di nuovo. Mercoledì torneranno tra i banchi circa 5,6 milioni di alunni, sei su dieci degli 8,5 milioni iscritti in statali e paritarie. Tra loro, sono 2,7 milioni i più piccoli della scuola dell’infanzia e primaria ammessi a scuola anche se si trovano in zona rossa. Un “grande segno di fiducia nel Paese”, commenta il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che assicura il massimo impegno per riportare tutti in presenza il prima possibile.
Per farlo, però, è necessario che tutti adottino comportamenti responsabili, anche fuori dagli istituti, soprattutto sui mezzi pubblici, grande nodo irrisolto: “La scuola è sicura ma non è sotto una campana di vetro”, osserva il ministro. Da Viale Trastevere sono stati stanziati altri 150 milioni per rafforzare le misure di sicurezza ma anche per implementare iniziative di supporto psicologico, “indispensabile dopo un periodo lungo e difficile”, afferma. Quanto al rischio di bocciatura, in cui potranno incorrere gli studenti quest’anno, a differenza dello scorso anno, il ministro suggerisce di avere “fiducia nei loro insegnanti che, li conoscono e li hanno seguiti per tutto l’anno”.
Intanto, le forze di maggioranza sono al lavoro su una mozione unitaria per la riapertura che sarà depositata domani. L’obiettivo è quello di dare un segnale di “unità del Parlamento nella tutela del diritto all’istruzione e della scuola come bene comune”, spiegano i capigruppo delle forze politiche di maggioranza in commissione Cultura alla Camera. Servirà anche a impegnare il Governo a mettere in campo una serie di iniziative, a partire dalla riapertura in sicurezza degli istituti di ogni ordine e grado il prima possibile: “Le giovani generazioni sono già state duramente colpite dalle misure di contrasto alla pandemia: oggi rimetterle al centro è il primo passo indispensabile per far ripartire l’intero Paese”, scandiscono.
Quanto al possibile screening di massa per la popolazione studentesca che si era proposto, il presidente dei presidi, Antonello Giannelli, ricorda che esiste un “problema logistico” nel mettere in atto un’operazione di così grandi dimensioni: “I numeri degli operatori e dell’organizzazione logistica non sono ancora sufficienti per condurla, fatto sta che non si sta portando avanti, se non in realtà isolate”, afferma.
Le scuole sono state messe in sicurezza da tempo con il distanziamento, l’uso delle mascherine, l’igiene e la sanificazione delle mani e oltre l’80% del personale è stato vaccinato. Ora si dovrà verificare se con le nuove varianti, più contagiose, queste misure siano ancora sufficienti: “Da parte del Cts sembra essere così”, fanno sapere i presidi.