A un anno dalla presentazione alla stampa, Maurizio Sarri e la sua rivoluzione sono sotto esame. Il ritorno in campo della Juventus, dopo i tre mesi di stop per il coronavirus, ha messo impietosamente a nudo i limiti e le fragilità di una squadra partita per fare razzia all’insegna del bel gioco. Le due prove offerte in Coppa Italia – e in particolar modo la resa in finale – non erano certo il nuovo inizio che auspicava il tecnico. Intendiamoci, con la Signora ancora in corsa per lo scudetto e la Champions League gli ingredienti per rendere la stagione indimenticabile ci sono, per sua fortuna, ancora tutti. A patto di invertire la rotta e di farlo in fretta: nel rendere più continuativa la qualità del gioco, nella ricerca della collettività, nella forma, nell’incisività degli uomini chiave bianconeri.
Considerazioni che mai si sarebbe pensato di fare a giugno e alla vigilia del tour de force che porterà a termine tutte le competizioni sospese per il virus. Ma Sarri ha fretta di guardare avanti: “È chiaro che perdere un trofeo è sempre un qualcosa di pesante, perché ti dà delusione e amarezza. Però la situazione è questa, non dobbiamo massacrarci, dobbiamo voltare pagina e pensare alle prossime partite, al prossimo obiettivo”, ha spiegato ai microfoni di Sky Sport. “Siamo in un post preparazione, con tutte le difficoltà che ne conseguono. È chiaro che nell’immaginario collettivo queste sono partite importanti in cui conta il risultato. Però noi – ha sottolineato – siamo in un post preparazione e speriamo di migliorare velocemente nei prossimi dieci giorni sia dal punto di vista della condizione fisica che mentale e di tornare alle prestazioni normali”.
Con il primo impegno del campionato nell’era post-Covid l’allenatore toscano può dimostrare che quella dei bianconeri è stata solo una falsa (ri)partenza. Un successo serve come il pane per tenere a bada la Lazio e scacciare i retropensieri. Ma il Bologna di Mihajlovic è cliente scomodo. “Le insidie sono in tutte le partite. Particolarmente pericolose sono le prime perché non ci sono certezze sulle risposte delle squadre”, ha osservato Sarri. “Il Bologna sta facendo molto bene, gioca un buon calcio, è pericolosa sia quando attacca sia in ripartenza. Dobbiamo fare una partita accorta”. E la Signora, oltre che gli avversari, deve anche guardarsi dai… suoi uomini. Pjanic sembra smarrito, forse distratto dalle tante voci di mercato e da presunte incomprensioni con il tecnico (“La nostra lite? Una delle più grandi bufale della stagione, è uno dei ragazzi con il quale ho il rapporto migliore”, ha chiarito Sarri); Douglas Costa e Dybala ancora lontani dal top. Hanno deluso, poi, le cosiddette ‘seconde linee’, che non si sono rivelate l’arma in più come invece ci si aspettava. E ancora, la Coppa ha restituito un Cristiano Ronaldo ectoplasmico e borbottante per la posizione in campo. Ma Sarri ha offerto rassicurazioni: “Abbiamo parlato prima della partita contro il Milan e prima della finale di Coppa. È un giocatore che ha fatto più di 700 gol partendo leggermente defilato, la sua preferenza è quella, è normale. Ieri ho parlato da solo con Cristiano e a lungo, non si deve scalfire a livello di fiducia. Spero da domani o al massimo tra una settimana torni ad essere il giocatore straordinario di sempre”.
Ma l’assenza di un ‘9’ si sta rivelando un problema non da poco per la ripartenza bianconera: due partite dopo il lockdown e zero gol, i numeri non mentono. In questo senso l’uomo della provvidenza è quello più volte indicato con la valigia in mano: Gonzalo Higuain, che resta in forte dubbio per Bologna. “In questo momento non abbiamo tante soluzioni come attaccanti puri, è chiaro che sugli esterni abbiamo delle soluzioni con Bernardeschi e con lo spostamento di Cuadrado. Vediamo come stanno. In questo momento vedere la qualità del recupero del giocatore è più importante di tutte le valutazioni”. A tutto questo si aggiunge l’infermeria, con gli stop di Alex Sandro e Khedira che per Sarri rappresentano un bella gatta da pelare per il tecnico. Per rilevare il brasiliano pronto uno tra De Sciglio e Danilo: “Entrambi possono adattarsi benissimo a sinistra”. A centrocampo, se come sembra Pjanic si accomoderà in panchina, spazio a Bentancur in cabina di regia. Mentre Ramsey non sembra ancora pronto per una maglia da titolare: “Ha fatto solo due o tre allenamenti e mi sembra più spendibile per uno spezzone che dal primo minuto”.