Ottanta presenze condite da cinquanta reti sono difficili da cancellare, nonostante gli anni che passano, nonostante i fischi della Favorita, nonostante il gol retrocessione firmato con la maglia della Fiorentina. Lo sa bene Luca Toni, attaccante del Verona, che ha spiccato il volo nel calcio che conta con indosso proprio la casacca rosanero del Palermo. Ma torniamo a quel gol, un gol pesantissimo. Era il 12 maggio 2013, in un Franchi gremito arrivano i siciliani, con l’acqua alla gola, costretti a vincere per sperare nella salvezza. Poco prima del break Cuadrado mette in mezzo un pallone troppo ghiotto per uno come lui, per uno come Toni. Zampata vincente, 1-0 ed esultanza. Il risultato non cambierà più fino al triplice fischio, fino alla lacrime dei tifosi viola, tornati in Europa dopo tre anni, ma, soprattutto, fino a quelle dei rosanero, costretti alla cadetteria dopo nove anni nella massima serie. Sono passate due stagioni da quel gol, il Palermo è prontamente tornato in A dopo un anno di purgatorio, Toni il suo vizio, quello del gol, non lo ha ancora perso, vedi i venti segnati lo scorso anno, solo due in meno del capocannoniere Immobile. Si sa, tra le doti dei veri bomber la freddezza è fondamentale, lo spazio per i sentimenti poco, quasi nullo. L’occasione per dimostrarlo l’ex attaccante di Bayern e Juve la avrà già alla seconda giornata, il 14 settembre, quando al Bentegodi andrà in scena Hellas Verona – Palermo. Chissà se questa volta volterà le spalle alla sua natura e, quasi inconsciamente, tirerà indietro il piede per farsi perdonare dai suoi ex tifosi. Difficile, quasi impossibile per chi è vicino ai 250 gol in carriera. Chissà se, invece, dovesse fare roteare la mano intorno all’orecchio, in quella che è una delle esultanze più celebri del calcio nostrano, quale accoglienza gli riserverà il Barbera in occasione del match di ritorno, l’1 febbraio 2015.
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