La quota vincente

Euro 2020: sette meteore sparite dopo gli Europei riscoperte da Calciatori Brutti

Sette meteore sparite dopo gli Europei Euro 2020 Joao Mario Inter Portogallo
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Sette meteore sparite dopo gli Europei

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Protagonisti agli Europei, evanescenti (o quasi) per il resto della carriera. Nelle ultime edizioni questa competizione ci ha regalato esiti inaspettati, qualificazioni impreviste e sconfitte sorprendenti. Spesso e volentieri gli Europei si sono rivelati l’incubo peggiore degli scommettitori, di sicuro anche per colpa dei sette giocatori di cui stiamo per parlarvi.

C’è chi ha segnato in finale, chi è andato vicino al Pallone d’Oro, chi è stato capocannoniere. E poi? Il nulla. Quali sono stati i calciatori più interessanti delle ultime edizioni degli Europei, che da promesse sono presto finiti nel dimenticatoio? Vediamo se ve li ricordate tutti. Spoiler: Euro 2004 ci ha regalato tanti nomi, ma questo forse lo sapevate già.

Sette meteore sparite dopo gli Europei

Theodoros Zagorakis

Nell’estate del 2004 è il calciatore del momento. Quantità, qualità, numero 7 sulle spalle, premio di miglior giocatore di Euro 2004, quinto posto nella classifica del Pallone d’oro. Sull’incredibile vittoria degli Europei da parte della Grecia c’è la firma indelebile di Zagorakis: le sue giocate e i suoi assist trascinano la Nazionale ellenica e gli valgono anche il premio di miglior giocatore della competizione.

Terminato il torneo, “Zago” riceve molte offerte per lasciare l’AEK Atene e alla fine si trasferisce in Serie A, al Bologna di Carletto Mazzone. Peccato che quella italiana si riveli un’esperienza da dimenticare per il centrocampista greco, con il Bologna che a fine stagione retrocederà addirittura in Serie B. Per Zagorakis pochissimi altri sussulti in una carriera che, probabilmente, è terminata quel 4 luglio in finale contro il Portogallo. Oggi, appesi gli scarpini al chiodo, la sua vita ha preso una piega inaspettata: fa il politico e nel 2014 si è candidato alle Elezioni Europee.

 

Andrey Arshavin

Chi ha vissuto gli Europei del 2008 ricorda bene l’entusiasmo dietro la Russia di Guus Hiddink, autentica rivelazione di quell’edizione. La sua punta di diamante è proprio lui, il classico calciatore dal talento immenso che con un po’ di voglia in più sarebbe potuto arrivare lontano. Lo dimostra il suo andamento in quell’Europeo: Arshavin salta le prime due gare per squalifica, torna in campo e realizza il gol decisivo per la vittoria dei gironi.

Poi, con due assist e un gol ai quarti, trascina la Nazionale russa in semifinale, ma deve arrendersi alla corazzata Spagna. È così che, dopo un Europeo da protagonista, per Arshavin si spalancano le porte del grande calcio: l’Arsenal fa carte false per portarlo a Londra e ci riesce nel febbraio 2009. Andrey, però, non riesce più a dimostrare il suo talento: chiuderà la sua carriera in Kazakistan. Il suo momento di gloria più importante dopo Euro 2008? Quella volta che, ubriaco fradicio, rientrò a casa da un night club di San Pietroburgo in sella a un cavallo. Eroe.

 

Eder Antonio Macedo Lopes

Immagina di essere una riserva della tua Nazionale, di subentrare durante i tempi supplementari della finale degli Europei e di segnare il gol decisivo per la vittoria del titolo. È esattamente quello che è successo a Eder, portoghese di origini guineensi, quattro anni fa. In finale di Euro 2016, senza Cristiano Ronaldo infortunato, il Portogallo trova in lui il trascinatore che non ti aspetti per battere la favoritissima Francia.

Dopo una giornata da Dio come quella, Eder è costretto ad ingoiare parecchi bocconi amari: gioca quattro stagioni in Russia, nel Lokomotiv Mosca, segnando appena 14 gol in 119 presenze. Tra meno di un mese il suo contratto con i russi scadrà e dovrà cercarsi una nuova sistemazione a costo zero. La sua carriera potrà anche non essere terminata nel migliore dei modi, ma oggi Eder in Portogallo è sicuramente un eroe nazionale.

 

Angelos Charisteas

Probabilmente molti di voi non ricordano nemmeno che faccia abbia, e non possiamo certo darvi torto. Eppure lui potrĂ  raccontare ai suoi nipoti di aver segnato la rete decisiva in finale di Euro 2004 contro il Portogallo, che ha permesso alla Grecia di vincere il primo e unico trofeo della sua storia.

Mica pizza e fichi. In quell’Europeo Charisteas segna tre gol, tutti fondamentali per la cavalcata greca: oltre a quello nella finalissima, indimenticabili il colpo di testa (su cross di Zagorakis) che elimina la Francia ai quarti e la rete decisiva per il passaggio dei gironi contro la Spagna. Dopo Euro 2004, Charisteas mette insieme soltanto 42 gol in dieci anni, vestendo ben 11 maglie diverse, prima di ritirarsi nel 2014.

 

Joao Mario

Guardando la sua esperienza all’Inter forse nessuno ci crederà, eppure Joao Mario al termine di Euro 2016 sembra davvero un ottimo prospetto giunto alla definitiva consacrazione tra i migliori centrocampisti europei. Tutto merito di un torneo giocato da titolare per tutte le partite, con prestazioni di qualità e anche qualche piccolo record: alla fine della competizione, è il calciatore dei campioni in carica che ha mandato più volte al tiro un compagno di squadra, ben 11.

Ed è così che i nerazzurri, dopo averlo acquistato per 40 milioni più 5 di bonus dallo Sporting, pensano di aver fatto il colpaccio. E invece, dopo alcune stagioni da dimenticare, il portoghese oggi è un separato in casa, non rientrando minimamente nei piani della società. Tra un prestito e l’altro, chissà dove andrà a finire stavolta, e soprattutto chissà se tornerà mai il calciatore che abbiamo ammirato nella scorsa edizione degli Europei.

 

Milan Baros

Probabilmente i milanisti lo ricordano solo per la sua apparizione a Istanbul nel 2005, quando vestiva la maglia del Liverpool. Eppure Baros, un anno prima di vincere la Champions, è protagonista assoluto di Euro 2004: si aggiudica il titolo di capocannoniere grazie alle sue cinque reti, ottiene il riconoscimento Golden Boot e viene inserito nella top 11 della manifestazione. Fin dalle prime battute, quell’edizione sembra poter scrivere una pagina indimenticabile della carriera dell’attaccante dei Reds: tre gol in tre partite e via ai quarti di finale, dove c’è la Danimarca.

Niente paura, ci pensa Milan: doppietta ed è semifinale, la Repubblica Ceca può davvero sognare. Al penultimo atto, però, Baros e compagni devono arrendersi alla Grecia campione, che la spunta ai tempi supplementari. Dopo quell’Europeo e la Champions League vinta in rimonta contro i rossoneri, Baros vivrà una carriera fatta di alti e bassi, con il picco dei 20 gol segnati con la maglia del Galatasaray nel 2008/2009.

 

Alan Dzagoev

Al suo esordio assoluto in una grande competizione con la Russia, Euro 2012, si era presentato cosĂŹ: doppietta contro la Repubblica Ceca e record di primo calciatore della Nazionale russa a siglare una doppietta agli Europei. Per Alan Dzagoev il momento magico non finisce qui: seconda giornata, ancora un gol, questa volta con la Polonia. Siamo a tre in due partite, mica male per un ragazzo di 22 anni che non sapeva neanche cosa fosse una competizione europea.

Peccato che la Russia chiuda il girone al terzo posto per differenza reti, complice la sconfitta all’ultima giornata con la Grecia. E addio sogni di gloria per Dzagoev, che però può vantarsi di rientrare nella cerchia di capocannonieri di Euro 2012 con i suoi tre gol nei gironi: vedere il tuo nome accostato a quelli di Cristiano Ronaldo, Fernando Torres, Mandžukić, Mario Gómez e Balotelli non è poi così male. Il centrocampista russo, oggi trentunenne, non ha mai fatto il salto di qualità: è ancora al CSKA Mosca, squadra in cui milita da tredici anni, e nell’ultima stagione ha giocato solo 13 partite e segnato due gol. Poteva andare meglio.

 

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