La cancelliera tedesca Angela Merkel è arrivata al campo di sterminio nazista di Auschwitz per la sua prima visita al sito che simboleggia l’Olocausto nei suoi 14 anni da cancelliere. La Merkel è solo il terzo cancelliere tedesco a visitare il campo, che si trova nell’attuale territorio della Polonia, con il suo viaggio simbolo che arriva mentre la Germania è alle prese con una rinascita dell’antisemitismo e la crescita dell’estrema destra.
“Ricordare questi crimini è una responsabilità che non finisce mai. Appartiene in modo inseparabile al nostro Paese. Essere consapevoli di questa responsabilità fa parte della nostra identità nazionale”, ha affermato Merkel. “Ricordarsi di quei crimini, nominare i loro autori e rendere omaggio degno alle vittime, è una responsabilità che non avrà mai fine. Non è negoziabile”, ha proseguito la capa del governo di Berliino, prima leader di un governo tedesco a far visita al campo simbolo della Shoah dal 1995. Visibilmente commossa, con la voce rotta, dopo aver ascoltato la testimonianza di un sopravvissuto arrivato a 12 anni nel campo, ha sottolineato che è “tutt’altro che facile” andare in un luogo dove i crimini dei tedeschi hanno “superato tutto ciò che sia immaginabile”. Merkel ha anche insistito sul fatto che sia “importante” descrivere in modo corretto Auschwitz: situato nell’attuale Polonia, era in una regione “annessa nell’ottobre 1939 dal Reich” e fu “amministrata dai tedeschi”, ha detto, “è importante nominare chiaramente i criminali. Noi, i tedeschi, lo dobbiamo alle vittime e a noi stessi”.