Fabrizio Micari, rettore dell’università di Palermo, rompe gli indugi e ufficializza la sua corsa alla presidenza della regione Sicilia da “candidato civico”. “Il percorso – insiste – è quello di un campo largo, di una coalizione ampia di centrosinistra con la presenza di tutte le componenti, tutte con la propria dignità, ognuna portatrice dei suoi valori”. Per l’accademico, infatti, questa è “l’unica reale possibilità” per “battere la destra e il M5S”. Il nome di Micari, sponsorizzato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, convince tutte le anime dem: dai renziani a chi nel Pd siciliano fa riferimento ad Andrea Orlando, e a sera imbarca l’ok della segreteria regionale. A complicare le cose, però, c’è il ‘nodo’ Rosario Crocetta. L’attuale governatore, infatti, sembra non accontentarsi di un possibile ticket con Micari che gli garantirebbe ancora 5 anni a palazzo d’Orleans, magari sulla poltrona di vicepresidente e minaccia di ‘correre’ da solo. I dirigenti dem che seguono il dossier siciliano continuano a lavorare a una coalizione ‘modello Palermo’, che vada da Alfano alla sinistra. “Saremo disponibili all’unità anche ai tempi supplementari”, spiega il segretario regionale del Pd Fausto Raciti che si dice “rammaricato” per la scelta degli ex compagni di strada.
Mdp e Sinistra italiana, infatti, non si schiodano dal ‘no’ a una coalizione che preveda al suo interno Alfano e sono pronti a candidare il vicepresidente della commissione Antimafia Claudio Fava. Mercoledì si riunirà il coordinamento regionale di Mdp, mentre domenica è in calendario l’assemblea regionale di Si, poi – “insieme”, viene sottolineato – si prenderanno le decisioni ufficiali. Chi osserva dall’estero la situazione siciliana e decide di prendere tempo è Giuliano Pisapia. Il leader di Campo progressista non nasconde ai suoi la stima per Claudio Fava ma ribadisce la linea: no a rotture unilaterali che spaccherebbero il centrosinistra e finirebbero per consegnare la regione alla destra o ai cinque stelle, avanti con il modello Palermo. I bersaniani, però, cominciano a mal digerire il silenzio dell’ex sindaco di Milano e temono che quello siciliano sia un ‘prequel’ del film che andrà in scena a primavera con le politica.
A un passo dall’accordo, invece, il centrodestra. Silvio Berlusconi, infatti, sarebbe pronto a ufficializzare il nome di Nello Musumeci, caro a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, insistendo però con gli alleati con un ticket con Gaetano Armao. Il leader dei ‘siciliani indignati’ non si tira indietro: “Chi è in coalizione mette a disposizione le sue energie per una sinergia – spiega – Certo le sintesi si realizzano a partire dalle idee, che camminano sulle gambe degli uomini. Prima le idee, poi le gambe. Noi le idee le abbiamo: il nostro manifesto oltre 8mila sottoscrizioni in un mese, aspettiamo le idee degli altri e vediamo se ci sono le condizioni, ma credo di sì”. “Continuo”, assicura, è il contatto con il leader di FI: “Ci sentiamo via mail: c’è un chiaro negoziato interno alla coalizione e l’esigenza di tenerla unita. Da questo capiremo i ruoli di tutti all’interno della squadra”.