Le piogge torrenziali che da una settimana stanno colpendo senza sosta la Spagna si sono spostate in Catalogna, in particolare lungo il litorale della provincia di Barcellona, dove è stata dichiarata lunedì mattina l’allerta rossa. Decine di voli sono stati cancellati all’aeroporto di El Prat e la circolazione dei treni regionali è rimasta bloccata per quasi tutta la giornata. La crisi meteorologica è invece terminata nella Comunità valenciana, che ha subito danni pesantissimi con almeno 217 vittime e ancora un numero imprecisato di dispersi. L’azione dell’Unità militare di emergenza, dei vigili del fuoco e della polizia si sta concentrando nel drenare acqua e fango dai garage e parcheggi sotterranei che con l’alluvione sono diventati delle trappole mortali. Secondo quanto ha riferito la polizia, al momento non sono state ritrovate vittime nel grande parking del centro commerciale Bonaire ad Aldaia, che è stato sommerso dall’acqua durante l’alluvione. Il parcheggio conta 5.800 posti auto totali, di cui circa 1.800 all’interno. Numeri che hanno generato l’allarme in un momento in cui non si conosce la cifra dei dispersi. La polizia con l’aiuto di quattro droni ha ispezionato una cinquantina di veicoli presenti nel parcheggio senza trovare vittime.
Aperta un’inchiesta sull’aggressione al premier Sanchez
La gestione dell’emergenza ha provocato critiche da parte dei residenti delle zone alluvionate, che si sono sentiti abbandonati dalle autorità. Domenica i reali di Spagna, il premier Pedro Sanchez e il governatore della regione di Valencia, Carlos Mazon, sono stati pesantemente contestati durante la visita che avevano in programma a Paiporta, il comune considerato il più colpito dall’alluvione. Oggetti e fango sono stati lanciati contro i quattro. Richieste di dimissioni e insulti sono stati urlati contro Sanchez e Mazon. Mentre Felipe e Letizia hanno deciso di avanzare e di dialogare con i cittadini, Sanchez è stato evacuato. Il ministro dell’Interno Fernando Grande Marlaska, in un’intervista alla tv pubblica spagnola Tve, ha voluto sottolineare che la decisione di evacuare il premier è stata presa dal team della sicurezza di Sanchez e non dallo stesso leader, in considerazione del “rischio reale ed evidente” che sussisteva.
Marlaska ha confermato che Sanchez ha “ricevuto un colpo”, come si è visto da alcuni video registrati sul posto, e ha detto che “considerati gli sviluppi degli avvenimenti” è “ragionevole ritenere” ci fosse una “organizzazione da parte di un gruppo marginale e violento”. Il tribunale d’istruzione numero 3 della città valenciana di Torrent ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto. In particolare sta indagando per aggressione all’autorità, per il colpo ricevuto da Sanchez e per la ferita alla testa riportata da una delle guardie del corpo di Letizia, per disordine pubblico e danni. Alcuni media spagnoli hanno riferito che si sta indagando sulla possibile infiltrazione di gruppi di ultradestra. Il sindacato vicino a Vox, Solidaridad, ha promesso assistenza legale gratuita per le persone coinvolte nei disordini. Dopo l’aggressione a Paiporta i reali hanno sospeso la visita a Chiva, il secondo comune più colpito dall’alluvione, dove si sarebbero dovuti recare domenica. Il Comune ha affermato che i reali hanno preso l’impegno di visitare la cittadina. La Casa Reale, contattata da LaPresse, ha riferito che al momento la visita non è confermata.
Mazón punta il dito contro il governo centrale
Il governatore della regione di Valencia, Carlos Mazón, che ha ricevuto pesanti contestazioni, sia per la mancata prevenzione che per la gestione dell’emergenza causata dalla Dana, ha puntato per la prima volta il dito contro il governo centrale, affermando che l’ente che dipende dal ministero per la Transizione ecologica e che monitora la situazione dei corsi d’acqua ha “disattivato per tre volte l’allerta idrogeologica” martedì. Affermazione che è stata contestata dall’esecutivo di Pedro Sanchez. Mazón ha anche sollevato critiche all’Unità militare di emergenza (Ume). Il capo della Ume ha difeso l’operato delle forze armate. “Noi militari stiamo facendo tutto quello che possiamo” per affrontare l’emergenza, “facciamo turni durissimi di 12 ore, le persone tornano esauste”, “ci stiamo recando in ogni strada, in ogni casa”, “ma non possiamo muoverci con la facilità che vorremmo” per “l’alto grado di distruzione della zona”, ha detto Javier Marcos, sottolineando poi che il via libera per l’intervento dell’esercito martedì doveva venire dalla regione di Valencia. “Quando la regione valenciana ci ha dato luce verde per intervenire”, ha rimarcato, “in pochi minuti eravamo già nella zona dell’emergenza“.