Sono stati sei anni straordinari, di trionfi e di dominio, di record e imbattibilità. Ma tutti i cicli prima o poi arrivano alla loro conclusione: e anche quello della Invincibile Armada spagnola si è concluso con due secche sconfitte nelle prime due partite di questo Mondiale.
Erano anni che la Spagna non perdeva due partite di fila; il 5-1 rimediato dall’Olanda è la seconda sconfitta più pesante di sempre; ed erano molti anni che la difesa spagnola non prendeva sette gol in due partite. Sono segnali che qualcosa va cambiato e forse andava cambiato anche prima.
Vicente Del Bosque aveva già detto prima di questo mondiale che la sua intenzione era quella di lasciare la panchina, e infatti fin dallo scorso anno, prima che l’ex tecnico del Barcellona si accordasse con il Bayern con un contratto milionario, si era parlato persino di Guardiola. La Spagna deve chiudere con il passato e aprire al futuro; a giudicare dagli ottimi risultati che la Spagna continua a ottenere sia a livello di club che con le sue nazionali juniores non dovrebbe essere un percorso lungo né difficile. L’Olanda due anni fa dopo la delusione dell’Europeo sembrava finita e oggi con poche conferme e qualche innesto è diventata una potenza di prima grandezza.
La partita contro l’Australia diventa un addio amaro per le furie rosse, l’ammazzacaffé di una pessima cena. All’Australia basterebbe un pareggio per passare terza e lasciare i campioni del mondo all’ultimo posto. Ma si consoli la Spagna: le squadre che hanno vinto il Mondiale e sono uscite al primo turno da campioni in carica non mancano. La Francia, noi spediti a casa a calci dalla Nuova Zelanda nel 2010, persino il Brasile. Il futuro è ora, a cominciare dalle qualificazioni al prossimo europeo e dalla nomina di un nuovo CT che potrebbe arrivare già tra pochi giorni.
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