Sale la tensione sullo spread alla vigilia di un atteso giudizio di Fitch sul rating dell’Italia. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi a dieci anni ha terminato la seduta a 285 punti base, con il decennale italiano con un tasso di interesse del 3,2% sul mercato secondario. L’Osservatorio sui conti pubblici italiani diretto dall’ex commissario alla Spending review, Carlo Cottarelli, calcola che l’aumento dei tassi di interesse nelle aste di debito italiano a partire da maggio può costare circa 6 miliardi di euro alle casse del Tesoro nel prossimo biennio.
Nell’asta di giovedì via XX Settembre ha collocato tutti i 6 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni offerti, ma registrando rendimenti in netto rialzo. Il Tesoro ha venduto 2,25 miliardi di Btp a 10 anni pagando un tasso del 3,25%, in rialzo dal 2,87% della precedente asta dello scorso 30 luglio, e 3,75 miliardi di Btp a 5 anni pagando un tasso del 2,44%, in rialzo rispetto all’1,8% del collocamento precedente.
Secondo l’Osservatorio di Cottarelli l’aumento dello spread, considerando solo dal 14 giugno in poi, può costare 113 milioni di euro per quest’anno e 1,4 miliardi di euro nel 2019. L’aggravio per i conti pubblici dell’aumento dei tassi sul debito del periodo maggio-agosto, invece, potrebbe raggiungere addirittura 898 milioni di euro nel 2018 e 5,1 miliardi nel 2019, per un totale di 6 miliardi. Molti economisti ritengono cruciale l’autunno in arrivo, quando il nuovo governo metterà a punto la legge di bilancio. Con il rallentamento della ripresa, i margini rischiano di essere molto stretti nella trattativa sul deficit con l’Europa. È attesa domani la decisione di Fitch sul rating dell’Italia, che l’agenzia internazionale fissa ora a ‘BBB’.
Giovedì La Repubblica ha anticipato un report dell’agenzia che sostiene che “le divergenze fra Lega e M5S renderanno sempre più difficili le scelte economiche del governo”, mentre “la tentazione di lanciare iniziative costose senza copertura porterà il deficit al limite di rottura”. Per Fitch, comunque, lo scenario di un’uscita del Belpaese dall’euro, un’Italexit’, è “altamente improbabile”. Ad aggravare le tensioni sui mercati anche il caso Argentina. La Banca centrale ha alzato il suo tasso di interesse chiave dal 45% al 60% per cercare di fermare la caduta del peso, che ha perso oltre il 10% in due giorni. Il deprezzamento è del 12% dall’inizio della settimana e di circa il 50% quest’anno. Il Fmi potrebbe accelerare il versamento della quota che resta degli aiuti da 50 miliardi di dollari complessivi o decidere di fornire ulteriore sostegno a Buenos Aires.