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Tennis, incubo Djokovic: anche Francia chiude le porte ai non vaccinati

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Il 2022 rischia di diventare per Novak Djokovic un lungo e tortuoso percorso ad ostacoli. Rispedito a casa dal governo australiano per mancata vaccinazione anti-covid, dopo che la corte federale ha considerato legittima la seconda revoca del visto “per ragioni di salute e ordine pubblico”, e costretto a non partecipare agli Australian Open, il campione serbo no-vax vede chiudersi le porte anche del Roland Garros. Dopo Melbourne infatti è Parigi a mettere le cose in chiaro facendo intendere che non si faranno sconti a nessuno e non si accetteranno deroghe. In Francia sta entrando in vigore il super greenpass e neppure gli atleti stranieri potranno fare affidamento su eventuali esenzioni mediche. “Il pass vaccinale è stato adottato. Non appena la legge sarà promulgata, diventerà obbligatorio per l’ingresso negli edifici pubblici già soggetti al pass sanitario, per tutti gli spettatori, praticanti, professionisti francesi o stranieri”, ha annunciato sul proprio account Twitter la ministra francese per lo sport, Roxana Maracineanu, in vista del torneo del Grande Slam in programma tra cinque mesi, dal 22 maggio, a Parigi. “Lavoreremo insieme per preservare le competizioni e per essere gli ambasciatori di queste misure a livello internazionale”, ha aggiunto la ministra sottolineando che verrà tenuta la linea dura. Senza sconti. Per Djokovic dunque si alza un altro muro che non potrà, al momento, essere valicato in alcun modo senza essere in possesso di una avvenuta vaccinazione al Covid. Le regole sanitarie dunque mettono sempre più alle strette il campione di tennis rientrato in Serbia, da Dubai, acclamato da centinaia di suoi fan che lo attendevano all’aeroporto di Belgrado. Djokovic si è limitato ad alcuni selfie all’interno dell’aeroporto senza fermarsi per commentare il suo rimpatrio ‘forzato’ dopo aver perso la partita legale con il governo australiano. Il numero uno adesso non ha neanche più la garanzia ad oggi di partecipare al Major parigino di cui è detentore del titolo. Fino al giorno prima la ‘bolla sanitaria’ avrebbe consentito di ricevere atleti non vaccinati dall’estero. Adesso però le regole sono cambiate e la motivazione di questa stretta è legata anche a ragioni elettorali. In Francia mancano 100 giorni alle elezioni presidenziali. Il super greenpass dovrà ottenere comunque il via libera del consiglio costituzionale ma allo stato attuale il campione deve cambiare i sui piani. Il presidente della Federtennis francese punta a lavorare per consentire anche agli atleti non vaccinati di essere presenti ma dalla maggioranza di governo è arrivato un secco no alle deroghe. Ora appare difficile che Djokovic possa essere presente a marzo negli Usa ai tornei di Indian Wells e Miami dove è necessario un ciclo vaccinale completo per partecipare. Potrebbe trovare spazio a Dubai per l’Atp 500 in programma dal 21 febbraio (tampone negativo e niente quarantena), per il resto è un rebus. E anche la sua partecipazione agli Internazionali d’Italia non è poi così scontata. “Non è un esempio per i giovani che si avvicinano a questo sport”, ha fatto sapere il direttore del torneo romano, Sergio Palmieri. “Se parteciperà? Dipende da lui, se si iscrive noi staremo alle regole. Se sarà in regola non avremo nessun problema e nessun motivo per non accettarlo”, ha aggiunto. Insomma, il serbo si prepara a mesi di totale incertezza.

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