Tutti per una, Rete unica per tutti. Dopo l’incontro tra Luigi Gubitosi e Fabrizio Palermo, il grande progetto della creazione di una infrastruttura a banda ultralarga ottiene un via libera decisivo: il placet delle forze di governo e di maggioranza. Tutto avviene in un vertice convocato quasi a sorpresa da Giuseppe Conte, che riunisce i ministri Gualtieri, Patuanelli, Pisano, Bonafede, Franceschini e Speranza, insieme a Andrea Orlando e Marattin. Poche ore di summit blindato (e in videocall), poi viene ufficializzato il via libera “unanime” al percorso individuato da Cdp e Tim per la costituzione della società che gestirà la rete unica. Secondo le ultime indiscrezioni, Tim potrebbe avere la maggioranza della azioni, con una governance terza e, di fatto, condivisa con gli altri player.
A illustrare i contenuti della trattativa è l’ad di Cdp Fabrizio Palermo, con via Goito che finora continua a tenere un profilo molto silenzioso sul dossier. Si tratta di una vicenda al centro del dibattito dentro l’esecutivo, con una mediazione tra Pd e M5S trovata anche grazie al lavoro del Mef. Proprio il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sottolinea che bisogna “evitare il rischio di avere una sovrapposizione imperfetta di rete” a banda larga. Intervenendo dalle Marche, Gualtieri spiega che l’esecutivo ha dato il via libera a Cdp per “proseguire il percorso su cui ha negoziato, in modo molto efficace, anche con Tim, per fare in modo che questa società della rete abbia una governance che ne garantisca l’indipendenza, l’apertura a tutti gli operatori e la realizzazione di un piano di investimenti molto forte”. Per il titolare dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, “il dialogo tra Tim e Cdp è il primo passo di un percorso verso una società delle reti e delle tecnologie a governance pubblica”.
Alla finestra, per il momento, i sindacati come Uil, dove si attende di capire meglio i risvolti della riunione: “Per noi è prioritario connettere il Paese – dicono – ma allo stesso tempo è necessario dare tutte le garanzie ai lavoratori delle due aziende coinvolte: confermiamo la richiesta di un confronto con il Governo per avere anche noi maggiori chiarimenti su quanto emerso nella riunione odierna”.
Sulla strada verso la rete unica italiana, il primo step è rappresentato da un cda di Tim convocato per lunedì 31 agosto e che ha all’ordine del giorno il via libera all’ingresso del Fondo Usa KKr in Fibercop, la rete secondaria di Tim. Un’operazione che porterebbe in dote circa 1,8 miliardi di euro.
Non è un caso che, proprio nei minuti nei quali le agenzie battono l’ok del governo al progetto della banda, da Corso d’Italia venga messo nero su bianco l’accordo con Tiscali, che parteciperà commercialmente al progetto di co-investimento FiberCop, dove verranno trasferite anche le attività di FlashFiber. Il progetto – si legge in una nota – consiste, in un primo momento, nel razionalizzare la rete di Tiscali creando le condizioni per agevolare la migrazione dei propri clienti sulla rete ultrabroadband di FiberCop. Gli interventi consentiranno inoltre a Tiscali di ridurre in modo consistente i costi di infrastruttura di rete, evitando duplicazioni.
Nel medio-lungo termine e in linea con il piano di sviluppo di FiberCop, l’accordo consentirà a Tiscali di attivare sulla rete di nuova costituzione una quota significativa dei propri accessi. In un secondo momento verrà anche valutato anche l’ingresso di Tiscali nell’azionariato di FiberCop attraverso il conferimento di apposito ramo d’azienda. Intanto Tim già sorride: dopo i ‘colpi’ di oggi il titolo chiude in Borsa in rialzo del 3,4% a 0,4 euro.