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Tokyo 2020, il Cio insiste. Bach: “Stop a Giochi distruggerebbe sogno olimpico”

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Il presidente del Cio, Thomas Bach, non arretra di un passo, non rinuncia all’ottimismo e usa una frase ancora più incisiva per spingere coloro che stanno iniziando a sollevare dubbi e perplessità sulla fattibilità dei Giochi nei tempi stabiliti, a pensare cosa comporterebbe una resa che a Losanna nessuno intende accettare. “Cancellare Tokyo distruggerebbe il sogno olimpico di 11.000 atleti di 206 comitati olimpici nazionali e della squadra di rifugiati del CIO. Ad una emittente radiofonica pubblica tedesca del Baden-Wuerttemberg il numero uno del comitato olimpico internazionale davanti all’ipotesi di un rinvio a causa della pandemia del Covid-19, risponde sottolineando la complessità della situazione e quanto al momenti sia prematuro tracciare già una linea netta, come invece da diverse parti gli viene sollecitato di fare. “Non puoi rimandare le Olimpiadi come una partita di calcio al sabato successivo. Questa è una situazione molto complessa, qualsiasi decisione deve ponderata: una cancellazione non è all’ordine del giorno”, è stata la sua replica mostrando dunque di essere in pieno controllo su quanto sta accadendo. La situazione appare complessa, alcuni comitati olimpici si sono già espressi a favore dell rinvio come quello norvegese e brasiliano (“Il sogno di ogni atleta ai Giochi è competere nelle migliori condizioni”, ha detto il presidente sudamericano Paulo Wanderley), mentre si sono già fatti avanti le federazioni di nuoto degli Stati Uniti e Francia che con una lettera aperta spedita ai rispettivi comitati olimpici mettono in risalto come sia a rischio la salute anche mentale e psicofisica degli atleti, costretti a non allenarsi e a vivere in un clima di profonda incertezza. Tutti particolari, fanno notare, che indurrebbero a pensare ad una stravolgimento dei valori in campo qualora si dovesse gareggiare nei tempi stabiliti. Insomma, malumori e perplessità restano e continuano ad aleggiare ma lo stesso presidente Malagò tiene a precisare il grande lavoro di Bach nel valutare tutte le ipotesi che possono essere messe sul tavolo. “E’ un discorso molto serio e complesso, sto vedendo, sentendo e leggendo tantissimi rappresentanti delle istituzioni dello sport che, in Italia e nel mondo, dicono la loro legittimamente e a pieno titolo. E’ comprensibile, ma il problema è che ci sono due soggetti che devono prendere una decisione: il Cio e il suo presidente Bach e il governo giapponese e il premier Abe”, è il pensiero netto e chiaro del presidente del Coni che sottolinea un altro aspetto non proprio marginale. “Sono loro ad averne la titolarità. Ovviamente, le Olimpiadi non si possono fare senza atleti, giornalisti e pubblico, ma nemmeno senza le tv, che hanno comprato i diritti e le aziende con cui si hanno contratti pluriennali. Nessuno può pensare che il Cio e il governo giapponese non stiano facendo valutazioni o piani B e C, che qualcuna esorta o impone, ma tutto ciò necessita del tempo”, aggiunge Malagò.

Tempo appunto. Ed è su quello che alcuni atleti fanno leva sostenendo che ce n’è sempre meno e potrebbe essere già finito. Una crepa intanto sembra manifestarsi all’interno del comitato olimpico giapponese. Kaori Yamaguchi, membro del comitato olimpico giapponese (Joc), in un’intervista al quotidiano Asahi, aumenta il pressing sul comitato organizzatore internazionale sottolineando che le Olimpiadi dovrebbero essere rinviate e dare la priorità allo stato d’animo degli atleti, considerata la loro impossibilità di allenarsi. “Chi può essere felice di inaugurare i Giochi estivi a luglio, quando assistiamo a così tante vite di persone che vengono capovolte?”, si domanda Yanaguchi scatenando la reazione di Yasuhiro Yamashita, presidente del JOC. “È comprensibile che le persone abbiano varie opinioni. Ma è estremamente deplorevole che qualcuno all’interno del JOC faccia un tale commento”, è stata la replica piccata.

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