Un’Unione europea più autonoma e sovrana, un forum annuale di consultazione economica, servizio civile comune e partecipazione reciproca di un membro di governo di uno dei due Paesi almeno una volta per trimestre e in alternanza, al Consiglio dei ministri dell’altro Paese. Sono alcuni dei punti chiave contenuti nel Trattato del Quirinale, siglato questa mattina al Colle dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal presidente francese Emmanuel Macron.
Il trattato è composto da un preambolo e 12 capitoli contenuti in 15 pagine ed è accompagnato da una road map per renderlo operativo. Dell’intesa si è discusso per la prima volta al vertice franco-italiano di Lione nel 2017 e i lavori sono stati avviati nel gennaio 2018 da Macron e dall’allora presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni.
Il testo è strutturato intorno a tre obiettivi: lavorare a livello europeo a favore di un’Europa sempre più unita, democratica e sovrana, promuovere l’avvicinamento e l’integrazione delle società civili di Italia e Francia, strutturare il rapporto bilaterale con indirizzi strategici e meccanismi di consultazione. I temi trattati sono: affari esteri; sicurezza e difesa; affari europei; politiche migratorie, giustizia e affari interni; cooperazione economica, industriale e digitale; sviluppo sociale, sostenibile e inclusivo; spazio; istruzione e formazione, ricerca e innovazione; cultura, giovani e società civile; cooperazione transfrontaliera e organizzazione.
Riguardo all’organizzazione è stato stabilito che un membro di governo di uno dei due Paesi prenderà parte, almeno una volta per trimestre e in alternanza, al Consiglio dei ministri dell’altro Paese. Le parti organizzeranno inoltre, con cadenza annuale, un vertice intergovernativo durante il quale sarà verificata l’attuazione del trattato ed “esaminata ogni questione prioritaria d’interesse reciproco”.
Sulla cooperazione di polizia il trattato prevede la perpetuazione della brigata mista di polizia di frontiera, e la creazione di un’unità operativa franco-italiana, per la gestione di grandi eventi e il contributo a missioni internazionali di polizia, l’intensificazione della cooperazione tra forze dell’ordine e magistrati, in particolare per quanto riguarda la criminalità organizzata.
Nel paragrafo sugli affari esteri è previsto un programma per lo scambio di diplomatici tra i ministeri degli Affari esteri francese e italiano. “Le Parti”, si legge nel testo, “istituiscono meccanismi stabili di consultazioni rafforzate, a livello sia politico che di alti funzionari, in particolare in caso di crisi e alla vigilia di importanti scadenze”.
In materia di cooperazione transfrontaliera è prevista la creazione di un comitato che si riunisce almeno una volta l’anno e che può proporre dei progetti di cooperazione in tutti gli ambiti delle politiche pubbliche.
In tema di sicurezza sono previsti, oltre a incontri bilaterali istituzionalizzati nel settore della difesa, anche consultazioni regolari all’interno del Consiglio italo-francese di Difesa e Sicurezza, che riunisce i rispettivi Ministri degli Affari Esteri e della Difesa. Viene ribadito il principio di mutua assistenza in caso di aggressione armata previsto dal Trattato della Nato, e lanciata una nuova cooperazione tra i gruppi aeronavali e nel settore missilistico.
In campo economico è prevista la creazione di un forum annuale di consultazione franco-italiana, che riunisca i ministri dell’economia, delle finanze e dello sviluppo economico di ciascun Paese, per garantire un dialogo regolare sulle politiche macroeconomiche e industriali e avvicinare il tessuto economico dei due paesi in particolare in settori strategici per l’indipendenza europea come le infrastrutture cloud, le batterie elettriche, l’industria farmaceutica o i semiconduttori.
Il trattato prevede poi lo sviluppo di programmi di finanziamento congiunto per progetti innovativi, a sostegno di start-up e pmi; la firma di un accordo tra Cassa depositi e prestiti (Cdp) e la Bpi francese per rafforzare la cooperazione a sostegno delle pmi e delle start-up.
Per i giovani si prevede l’istituzione di un servizio civile comune franco-italiano e viene promossa la mobilità degli studenti raddoppiando entro il 2025 il numero di alunni e insegnanti che ne beneficeranno. Vengono poi promossi gli scambi di studenti e ricercatori e l’istituzione di doppi titoli e titoli congiunti nonché la cooperazione tra scuole di dottorato.